Addio a Giorgio Bocca: un punto di riferimento per colleghi e connazionali

Lo Stato intero è in lutto. Da destra a sinistra si odono slanci di cordoglio atti a lasciare il proprio frammento di memoria all’interno di quello che somiglia tanto ad un elogio funebre popolare in perpetua crescita. Giorgio Bocca se ne è andato ieri, nel giorno di Natale. Partigiano, giornalista, scrittore: i suoi novantuno anni di permanenza su questa terra sono, ora, il più bel regalo che potesse concedere a noi novelli posteri, che di buoni esempi abbiamo sempre bisogno.

Giorgio Bocca e la sua critica sociale – Saper fare critica sociale è diventato, oggigiorno, importantissimo. Ci troviamo nell’era dell’informazione veloce, di internet, dei social network: sapere cosa dire per destare gli animi assopiti è, indubbiamente, essenziale per innescare il sacrosanto meccanismo dell’amor proprio (non dell’ amor di sé come individui, ma dell’amor di sé come popolo). Nel 2010 Giorgio Bocca fu intervistato da Il Fatto Quotidiano, e la raggelante schiettezza con cui si cimentava nell’impeccabile critica di un Paese che da anni incuba la propria deriva, è ancora rassicurante. “La cecità degli italiani mi ricorda la Germania all’ascesa di Hitler”, disse a Marco Travaglio: “tutti potevano vedere che tipo era, Hitler, eppure i tedeschi, e anche gli europei, gli cascarono tra le braccia come trascinati da un vento ineluttabile.”.

La speranza di dire la verità – Giorgio Bocca non è un esempio solo per il popolo che ha avuto il privilegio di vederlo combattere dalla sua parte, ma anche per tutti i suoi colleghi o aspiranti tali, quelli che nella vita vogliono intraprendere la strada del giornalismo. Correva l’anno 2008 quando quel canuto e lucidissimo individuo puntualizzò, in un discorso, l’essenza del proprio mestiere: “Tutti quelli che fanno il giornalismo lo fanno sperando di dire la verità”, disse. Ebbene, che ci si ricordi di questo, che ci si possa far illuminare per sempre dalla lungimiranza delle parole di Giorgio Bocca e dal suo esempio encomiabile. Addio, Giorgio.

M.C.