La storia si ripete e in Israele più che in altri posti.
Nonostante le periodiche dichiarazioni ufficiali circa presunte nuove disponibilità – sempre ancorate a una quantità numerosa di condizioni quasi sempre unilaterali – al dialogo con le autorità palestinesi, il governo di Tel Aviv continua ad attuare concrete politiche che minano alle fondamenta le speranze ipotizzate in sede diplomatica.
L’estensione degli insediamenti israeliani nei territori occupati è ritornata in auge quasi in concomitanza con il riconoscimento ufficiale da parte delle Nazioni Unite della Palestina.
Una nota dell’agenzia Asca informa che “comune di Gerusalemme ha approvato un piano per la costruzione di 130 abitazioni a Gilo, quartiere di insediamenti di coloni nel settore est della città, occupato dagli israeliani. Lo ha riferito all’AFP un consigliere comunale del partito di siinistra Meretz, specificando che le nuove case verranno realizzate all’interno di tre palazzi di dodici piani nella zona nord di Gilo, a pochi chilometri da Betlemme”.
Proteste – Le autorità palestinesi da parte loro non hanno esitato a rendere noto il proprio disappunto. Secondo l’Anp, si tratta dell’ennesimo tentativo di isolare Betlemme.
S. O.