Filippine, padre Tentorio. L’indagine sull’uccisione di padre Fausto Tentorio è arrivata ad una svolta. La polizia filippina ha arrestato Jimmi Ato, l’uomo che secondo alcuni testimoni aveva sparato contro il missionario italiano del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere) lo scorso 17 ottobre. Assieme a lui è stato fermato anche il fratello Robert Ato, che nel corso dell’assassinio era a bordo del mezzo che ha permesso ai due la fuga. La notizia è stata data dal ministro della giustizia filippina, che ha anche spiegato che durante l’arresto c’è stato un conflitto a fuoco, che fortunatamente non ha lasciato feriti sul posto.
Tentorio era nelle Filippine da 33 anni – L’arresto dei due fratelli Ato è avvenuto sull’isola filippina di Mindanao, la stessa dove padre Fausto Tentorio viveva e predicava da 33 anni. Il missionario italiano del Pime era molto impegnato per la difesa dei diritti degli indigeni, che lui aveva sempre considerato come “I più deboli tra i deboli”. Prima dell’uccisione per mano dei fratelli Ato, aveva subito diverse minacce di morte, ed era anche sfuggito in passato ad un’imboscata tesa da un gruppo paramilitare anti-comunista. Secondo gli investigatori sarebbe stato ammazzato per il suo coinvolgimento in certe questioni ambientali. La morte di padre Tentorio non è stata la sola perdita che il Pime ha registrato in questi ultimi anni nelle Filippine. Nel 1985 era già toccato a padre Tullio Favali perdere la vita in missione, venendo ucciso da un gruppo paramilitare, mentre padre Salvador Carzedda venne freddato a Zamboanga nel 1992.
Simone Lo Iacono