Aisha Gheddafi, la figlia dell’ex dittatore libico ucciso a fine ottobre dai ribelli, pretende che venga fatta luce sulla morte del padre e per farlo ha dato mandato a un noto avvocato israeliano esperto di diritto penale internazionale.
Il legale che seguirà la vicenda è Nick Kaufman, che nel suo passato ha un’esperienza come membro di collegi d’accusa della Corte penale internazionale (Cpi).
A chi ha avanzato perplessità e manifestato stupore per la scelta di Aisha Gheddafi di affidarsi a un avvocato israeliano – per via dei rapporti non proprio sereni che hanno sempre riguardato Tripoli e Tel Aviv – a rispondere è stato lo stesso Kaufman che, come riportato dall’Ansa, ha dichiarato: “Pur essendone a conoscenza, a lei non interessa il fatto che io sia cittadino israeliano e abiti a Gerusalemme“.
Poi parlando del proprio incarico, il legale ha aggiunto: “Aisha è furiosa con i responsabili dell’assassinio del padre e del fratello Mutassim e vuole l’apertura immediata di un’inchiesta della Corte Penale Internazionale sulle circostanze di questi crimini. E’ convinta che il governo provvisorio libico non sia capace di condurre l’inchiesta e non ne sia nemmeno interessato”.
Richiesta d’asilo? – Intanto sono state smentite, almeno per il momento, le voci circa una presunta richiesta d’asilo avanzata da Aisha. Secondo alcuni, la donna, che al momento si trova agli arresti domiciliari in Algeria, avrebbe chiesto asilo politico sia a Gerusalemme che a Johannesburg per paura di un’estradizione in Libia.
Kaufman, a tal proposito, ha fatto notare però che nessuna accusa è stata mossa dal nuovo governo libico nei confronti della sua assistita. Il legale ha così chiosato: “Sono solo pettegolezzi“.
Simone Olivelli