Sorpresa – Come molti avevano previsto, quella che fino a pochi giorni fa era una piccola falla nella linea di Mitt Romney, è diventata nel giro di 48 ore una voragine. Due giorni fa, in occasione dell’ultimo dibattito tra i candidati repubblicani, Rick Perry aveva cercato di cogliere di sorpresa l’attuale frontrunner chiedendo la pubblicazione della sua dichiarazione dei redditi. Un solo attimo di incertezza dell’ex Governatore del Massachusets è stato sufficiente: poche ore dopo è stata la Casa Bianca a ribadire il concetto di trasparenza economica dei candidati alla presidenza.
Messo alle strette, Romney ha poi dichiarato ai giornalisti di pagare circa il 15% di tasse sul proprio reddito, circa un terzo rispetto ad un operaio; agevolazioni di questo tipo sono possibili grazie a specifiche leggi emanate da George Bush, che Obama non ha mai potuto eliminare per la forte ostruzione dei repubblicani al Congresso. Inutile dirlo, tra le politiche di Romney c’è la conservazione di questi provvedimenti.
Affondo – Ma il vero scoop, che rischia di far perdere milioni di voti a Romney, è la scoperta, da parte della Abc, di un conto bancario alle isole Cayman, dove sarebbero depositati otto milioni di dollari. Lo staff del candidato per ora si trincera dietro un laconico “è tutto legale”, ma si attende l’inevitabile contromossa. Anche dando per scontata la legalità dei fondi di Romney, la sua immagine pubblica, in un momento di crisi economica planetaria, rischia di calare pesantemente, soprattutto tra le fila di quel ceto medio che fin ora è stato la base portante del suo elettorato.
Damiano Cristoforoni