Sopravvivere. Con l’arrivo del nuovo anno i nigeriani sono stati travolti da un evento destabilizzante: il raddoppio del prezzo del carburante da cui è scaturito l’aumento dei costi dei trasporti e dei prodotti alimentari. I prezzi sono lievitati sensibilmente, ma gli stipendi no, con la logica conseguenza che si finisce col lavorare per sopravvivere: pagare le tasse, comprare da mangiare, acquistare la benzina etc.
Zero sussidi. Alla base di questo celere mutamento, secondo il governo, c’è la malafede degli importatori di carburante che, con la fine delle sovvenzioni statali e la liberalizzazione del settore petrolifero, hanno iniziato a pompare i prezzi della benzina. La Nigeria infatti, pur essendo uno dei maggiori esportatori di petrolio greggio nel mondo, ha una forte carenza di raffinerie e, di conseguenza, è costretta ad importare la maggior parte della benzina. Da tutto ciò scaturiusce la situazione paradossale per cui, nel Paese africano primo produttore di oro nero, gli abitanti abbiano la benzina a prezzi inaccessibili.
Tagli. Secondo la scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie, le motivazioni che hanno portato il governo ha sospendere i sussidi per l’importazione del carburante sono tuttora oscure. Sembrerebbe che alla base dei tagli ci sia da un lato il timore della bancarotta statale e dall’altro l’esigenza di risparmiare fondi pubblici da impiegare in fantomatiche “infrastrutture”.
Proteste. L’abolizione del sussidio per il carburante però, ha provocato scioperi e proteste che hanno immobilizzato la Nigeria per più di una settimana provocando, secondo la Croce Rossa, una quindicina di morti e oltre 16 feriti. L’opposizione popolare si è placata solo il 16 gennaio quando il governo, di fronte al crescente malessere sociale, ha annunciato che ripristinerà, in parte, le sovvenzioni.
Deficit democratico. I nigeriani non riescono ad arrivare a fine mese perché si è creato un circolo vizioso per cui all’aumento del costo della benzina corrisponde il generale aumento del costo della vita. Il problema che sta investendo la Nigeria però, non è solo di carattere economico, ma è soprattutto un problema di deficit democratico. Nel Paese africano le scelte prese dal governo prescindono totalmente dalla volontà dei cittadini, mancando completamente di lucidità politica. Un comportano questo, probabilmente determinato, secondo la scrittrice Ngozi Adichie, dal fatto che la Nigeria è stata assoggettata a un regime militare e a governi corrotti per tanti, troppi anni.
Giovanna Fraccalvieri