La lotta al precariato – Mentre il governo avvia la fase tre, ovvero cambiare il mercato del lavoro attraverso riforme strutturali, arrivano le prime reazioni politiche sulle parole di Monti, che ha avviato il discorso con le parti sociali precisando la volontà di non considerare pregiudizi e tabù, soprattutto per quanto riguarda l’articolo 18.
Sul tema è intervenuta questa mattina Rosy Bindi del Partito Democratico, che rispondendo alle domande de l’Unità ha precisato che deve essere il governo a fare il primo passo avanti cominciando da altri temi e non subito dalla volontà di cambiare l’articolo 18. Secondo la Bindi ci sono altre emergenze: “Precariato, flessibilità e sicurezza”.
L’articolo 18 – La Bindi fa capire che se il governo intende partire dalla modifica dell’articolo 18, il dialogo con le parti sociali rischia di bloccarsi del tutto.
“Credo che l’articolo 18 non si debba toccare, ma comunque l’errore è voler cominciare da lì. Non lo ha detto nemmeno Confindustria“, afferma Bindi, secondo cui “ha sbagliato il ministro Fornero a porre questo problema come centrale subito dopo una dura riforma sulle pensioni. Ha indurito le posizioni in campo“.
Bisogna invece, continua la Bindi intervenire partendo da “investimenti, abbassamento del costo del lavoro, semplificazione della normativa sui contratti di lavoro che ci allontani dalla giungla creata dalla legge Biagi, nuovi ammortizzatori sociali. Non si può introdurre una nuova flessibilità senza prima metterla in sicurezza“.
Matteo Oliviero