Fornero: La riforma si farà anche senza l’accordo con le parti sociali

Il ministro Elsa Fornero è tornata a parlare ieri con le parti sociali. L’incontro, convocato a una settimana dal primo tavolo sulla riforma del lavoro, ha tentato di appianare le divergenze su molti punti delicati come la precarietà e l’articolo 18. La disponibilità al dialogo manifestata dal ministro è stata unanimemente apprezzata dai sindacati, che hanno però invitato il governo a procedere con cautela, tenendo in considerazione anche le loro obiezioni.

Sì al dialogo, no allo stop – “L’incontro di oggi non è rituale perché l’Europa, il mercato, noi e voi sappiamo che questa è un’occasione per fare una cosa buona per il mercato, e che, se non la cogliamo, perdiamo”. A dirlo è stata ieri il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, intenzionata a chiudere entro tempi stretti le consultazioni avviate con le parti sociali sul delicatissimo tema del lavoro da riformare. “C’è un dialogo in corso – ha ribadito la Fornero – ma l’esecutivo farà di tutto per prendere il treno della riforma. Se lo facciamo insieme siamo contenti, altrimenti il governo cercherà comunque di farlo”. Un messaggio tutt’altro che criptico, con il quale il ministro ha sostanzialmente spiegato di non considerare imprescindibile l’intesa con i sindacati e le imprese.

Il timing del ministro – “Saremo giudicati dagli italiani che hanno subito esclusioni e non hanno avuto prospettive”, ha continuato la responsabile del Welfare. “Dobbiamo chiudere in due, tre settimane – ha aggiunto – Il nostro è un disegno di grande respiro: l’obiettivo complessivo non è aiutare i lavoratori a discapito delle imprese o viceversa”. Tra le priorità individuate dalla Fornero, quella di porre rimedio all’allarmante disoccupazione, con una distinzione ragionata tra la precarietà “buona” e quella “cattiva”, che va ovviamente contrastata.

Cisl: Cauti sull’articolo 18 – “Tra gli obiettivi da centrare – ha osservato il leader di Cisl, Raffaele Bonanni – c’è l’occupazione dei giovani con il superamento della flessibilità negativa attraverso più e maggiore formazione, il rilancio dell’apprendistato, l’incentivazione delle assunzioni. Su questi temi la Cisl sarà rigorosissima”. Così come sull’articolo 18: “Spero che in tutti – ha detto Bonanni – ci sia l’idea che sia sbagliato mettersi in testa di far cadere un simbolo. L’effetto sulla gente sarà devastante. Invitiamo il governo a usare molta cautela  perché siamo in una fase delicata. Noi tratteremo fino alla fine, non daremo l’esca a nessun estremista che aizzi allo scontro. Il governo – ha concluso il sindacalista – faccia lo stesso”.

L’emergenza occupazione – Il numero uno della Uil, Luigi Angeletti, ha fatto invece ricorso a un tono più polemico: “Ma si lavora per fare un accordo – si è chiesto – o solo per individuare soluzioni che poi il governo si riserva di valutare?”. “Oggi – ha continuato – abbiamo l’emergenza occupazione. Nel 2012 avremo 250 mila posti di lavoro in pericolo. Questa emergenza va affrontata con razionalità e urgenza”. E la sua posizione sull’articolo 18? “Per licenziare – ha tagliato corto il leader della Uil – ci vuole un giustificato motivo e l’onere della prova deve essere a carico dell’impresa. Altrimenti è un sopruso o una discriminazione”.

La Camusso bacchetta Monti – “Dobbiamo apprezzare l’intento del governo che è quello di lavorare per trovare un accordo – ha dichiarato, infine, Susanna Camusso della Cgil – ma bisogna precisare che finora ci sono stati solo annunci e non risposte”. Non solo: la sindacalista ha voluto fornire il suo piccato commento sulla “battuta” del posto fisso consegnata dal premier dallo studio di Matrix: “In questo momento – ha notato la Camusso – ci sarebbero in Italia tantissime persone che sarebbero felici di annoiarsi, ma ce ne sono moltissime che non si possono annoiare perché stanno cercando disperatamente un posto di lavoro. Più che fare delle battute – ha concluso la sindacalista – bisognerebbe indicare loro quale strada il paese intende intraprendere”.

La difesa della Marcegaglia – Più indulgente, invece, la numero uno degli industriali, Emma Marcegaglia, che sullo stesso argomento ha detto: “Non penso che il posto di lavoro sia monotono, ma bisogna prendere atto che in questa situazione il posto fisso non c’è più. Credo che Monti lo dicesse in questo senso – ha precisato la presidente di Confindustria – e che lo dicesse nella logica per cui per un giovane fare più esperienze è utile, arricchisce, crea più professionalità”.

Maria Saporito