A far scorrere i titoli di coda sulla pluriennale alleanza tra Lega e Pdl è stato oggi il leader del Carroccio, Umberto Bossi. Intercettato dai cronisti a margine della riunione del governo padano che si è svolta a Sarego (Vicenza), il Senatur ha sostanzialmente annunciato l’intenzione di proseguire in solitaria: “Dovremo renderci conto della necessità di trovare un’altra strada“, ha detto. Una presa di posizione quanto mai importante e propedeutica al raggiungimento dell’obiettivo primario: la “conquista” politica del Nord. Ma dal capo della Lega è giunto anche lo stop al sindaco di Verona, Flavio Tosi, intenzionato a presentarsi alle prossime elezioni comunali con una lista civica.
Bossi si congeda dal Cavaliere – “Se Berlusconi si ritira è risolto il problema”. Il giorno dopo l’intervista rilasciata dall’ex alleato al Financial Times (nella quale il Cavaliere ha annunciato l’intenzione di non candidarsi più come premier e di ritagliarsi un ruolo marginale all’interno del suo partito), il numero uno della Lega, Umberto Bossi, è pronto ad uscire allo scoperto. I rumors su un presunto riavvicinamento del Pdl al Carroccio sembrano destinati a naufragare, se è vero – come è vero – che il Senatur adesso incita i suoi a tracciare un percorso autonomo. “Se non c’è più Berlusconi – ha ribadito Bossi – anche noi dovremo renderci conto della necessità di trovare un’altra strada. Meglio così, diventeremo il partito di maggioranza assoluto del Nord. Il primo obiettivo è sempre stato questo – ha ammesso l’ex ministro – Finora è stato sempre impossibile”.
Porte aperte ad Alfano – “La Lega molto probabilmente correrà da sola alle amministrative – ha rincarato Bossi – escludo un dialogo con il Pdl. Lascio però una porta aperta ad Alfano – ha precisato – dipende da quello che propone”. E i rapporti con l’attuale governo? E’ possibile – gli hanno chiesto i giornalisti – ipotizzare un dialogo con la squadra guidata da Mario Monti? “Per il momento no“, è stata la categorica risposta del leghista. Non solo: a un cronista che gli ha chiesto se considerasse questo esecutivo peggiore per il Nord: “Basta guardarsi intorno”, ha tagliato corto il Senatur.
Il niet preventivo su Tosi – Fin qui i rapporti con l’esterno, ma se si indagano le dinamiche interne al partito, la situazione appare tutt’altro che serena. Sulla decisione del sindaco di Verona, Flavio Tosi, di presentarsi alle prossime elezioni comunali con una sua lista civica, ad esempio, il leader del Carroccio ha già posto un veto. “Non mi pare che possa presentare una lista civica con il suo nome – ha detto – Sarebbe danneggiare il nostro partito. Da Miglio in poi abbiamo sempre evitato le correnti perché ci farebbero diventare un partito come gli altri”.
La tesi del sindaco – Parole che hanno già infastidito il diretto interessato. “Il no ad una lista con il nome del sindaco – ha osservato Tosi – è una regola che non c’è mai stata e chissà perché viene fuori adesso e soprattutto in un caso, come quello di Verona, dove ha meno senso che altrove, e poi in questo momento dove non c’è più l’alleanza con il Pdl. I motivi del no sono altri – ha continuato il primo cittadino – e sono legati a tensioni interne: c’è il congresso nazionale in vista ed è quindi chiaro che certe situazioni risentono più di quello che non dello scenario politico delle amministrative e quindi, adesso vediamo, ci confrontiamo. Io – ha rimarcato Tosi – ho un’idea ben precisa”.
Maria Saporito