Siria: I burattini denunciano Assad

Satira sul web. Ancora una volta internet si fa ancella della rivoluzione. Tantissimi attivisti siriani infatti, grazie all’anonimato e alla visibilità che il web garantisce, denunciano le violenze del  regime di Assad. Una denuncia che usa come strumento la satira, favorendo un processo che mira a rompere la paura verso un governo che, con ogni mezzo, terrorizza quotidianamente i propri sudditi.

Contro il potere. Su Msnbc, un canale televisivo via cavo statunitense, si parla di quest’altro, interessantissimo aspetto della “Primavera Araba”, una Primavera tinta di sangue ma che, nonostante tutto, cerca di reagire alla repressione avvalendosi, appunto, della satira, un mezzo da sempre potentissimo contro il potere.

Burattini “rivoluzionari”. Proprio così la pensa Jameel, coordinatore di un gruppo di giovani ribelli siriani che ha realizzato “Top Goon: Diaries of a Little Dictator”, uno spettacolo di burattini anti-regime, visibile sul web. Secondo Jameel «quando si vedono gli shabih (i soldati pro-governativi) o il presidente come pupazzi, non li si può più prendere sul serio».

“Chi ne vuole uccidere un milione”. Protagonisti della storia sono il pupazzo Beeshu, che rappresenta Bashar Assad, e i suoi seguaci. Beeshu è così malvagio da provocare persino lo sdegno del diavolo. Su Msnbc viene raccontato uno dei tanti episodi, intitolato “Chi ne vuole uccidere un milione”, parodia di “Chi vuol essere milionario”. Nello spettacolo si vedono  Mubarak e Gheddafi che vengono sfidati da Beeshu, il quale alla domanda «Sarete in grado di sopprimere i ribelli?» risponde di sì.  La risposta esatta però, è negativa e, non accettando la sconfitta, il “Piccolo Dittatore” si lascia andare ad una rabbia incontrollata  al punto da distruggere il set. Lo spettacolo di burattini “Top Goon: Diaries of a Little Dictator” è davvero dissacrante, un modo diverso, ma incisivo  per denunciare la sanguinosa  repressione siriana.

Giovanna Fraccalvieri