Il Viminale scioglie il Comune – Gli ispettori della prefettura di Trapani hanno richiesto al Viminale lo scioglimento del comune di Salemi, di cui sindaco era Vittorio Sgarbi, per infiltrazioni mafiose.
In mattinata è arrivata poi la decisione di Sgarbi di rassegnare quindi le dimissioni sciogliendo di fatto l’amministrazione comunale anche se in un primo momento il sindaco aveva bocciato nettamente la possibilità: “Mi dimetto, anzi no. Nomino mio vice Giammarinaro e porto quegli ispettori in tribunale per diffamazione. Ho lavorato come un matto, ho io contrastato gli interssi mafiosi, come nel caso delle pale eoliche e ora mi attaccano“, è stato il primo commento dell’ex sindaco Sgarbi. Ma poi è arrivata la decisione di dimettersi: “Mi sono dimesso da sindaco di Salemi, grazie agli ispettori del ministero che hanno mostrato cose di cui non mi ero accorto”. “Mi sentivo in pericolo e me ne torno al Nord. Incontrerò il ministro Cancellieri alle 9 di mercoledì prossimo per riferire il mio compiacimento per questa scelta”.
Le infiltrazioni – La decisione della prefettura è arrivata dopo i numerosi controlli effettuati dagli ispettori nominati dall’ex Ministro degli interni, Maroni a seguito di appalti e nomine nella sanità culminate con il sequestro di beni per 35 milioni riconducibile all’ex deputato regionale democristiano Giuseppe Giammarinaro.
Lo scorso giugno quindi, il Viminale aveva nominato una commissione per l’accesso agli atti della giunta e del consiglio comunale coordinata dal vice prefetto di Trapani, Giuseppe Ranieri. La commissione ora ha concluso l’ispezione con una relazione nella quale viene confermato che la giunta, il consiglio comunale e i vertici della burocrazia avrebbero subito condizionamenti mafiosi.
Matteo Oliviero