Gli emendamenti – L’iter del decreto legge sulle liberalizzazioni si fa sempre più arduo. In Commissione al Senato, infatti, sono circa 2400 gli emendamenti presentati dai partiti, volti quindi a modificare il testo approvato dal Consiglio dei Ministri.
“Contiamo di approvare il pacchetto liberalizzazioni con modifiche minime in due settimane“, aveva detto Monti mentre era in visita a New York, ma ora i rischi aumentano, perché Monti non sembra disposto a stravolgere l’intero testo.
In quel caso, infatti, il governo Monti potrebbe decidere di porre la fiducia anche sul decreto liberalizzazioni.
Le pressioni dei partiti – Ascoltare le richieste dei partiti sì, ma se il testo cambiato troppo allora il ricorso alla fiducia sembra scontato.
Il leader dell’Udc, Casini ha spiegato che “troppe categorie e troppe corporazioni stanno assediando i partiti: Noi chiediamo ai partiti che sostengono il governo di resistere a queste spinte corporative, perchè se ciascuno fa cassa di risonanza alle spinte corporative le liberalizzazioni si impantanano. Noi dobbiamo fare cassa di risonanza al governo. No a freni e resistenze, i partiti non sono taxi per frenare le liberalizzazioni su spinta delle corporazioni. Invito tutti a non tirare per la giacca il governo, non si può essere iperliberisti su alcuni settori e cercare di frenare su altri”.
Dalle sue parole si evince che i partiti sono intenzionati a cambiare il testo del decreto prima della sua conversione in legge.
Matteo Oliviero