Primarie Pd a Genova ma vince il candidato di Sel. Due segretari si dimettono

Pd nel caos a Genova – A Genova si sono svolte le primarie del Partito Democratico, ma a spuntarla è un candidato indipendente appoggiato da Sinistra Ecologia e Libertà, il partito di Nichi Vendola.
Alla votazione hanno partecipato circa 25 mila persone, e Doria, il candidato appoggiato da Sel è arrivato al 46.0%, mentre gli altri: Vincenzi 27.5%, Pinotti 23.6%, Burlando 1.9%, Sassano 1,0%.
Nel Pd le polemiche non sono mancate, il segretario provinciale Victor Rasetto e quello regionale  Lorenzo Basso hanno infatti rassegnato le dimissioni: “E’ sbagliato drammatizzare l’esito delle primarie ma anche fare finta che il partito non abbia problemi. Rimetto il mio mandato per aprire una discussione e ricompattare il partito“.
Mentre Bersani ha cercato di sdrammatizzare l’esito del voto: “Le primarie hanno una loro logica. Quando si accetta che alla gara partecipino più candidati del Pd, poi se ne devono accettare gli esiti”.

La soddisfazione di Vendola – Chi gioisce dell’esito del voto è sicuramente il leader di Sel: “Non ha vinto un partito, bensì una domanda di rinnovamento. Doria è il risultato della sobrietà, del rigore intellettuale, della capacità di ascolto, della civiltà del dialogo, dell’investigazione sociale. Non è un giudizio negativo su Marta Vincenzi e Roberta Pinotti, ma Genova chiede un ricambio: la gente guarda a chi vuol cimentarsi con i suoi problemi e le sue angosce, con chi è pronto a tutelare i diritti e non si ferma davanti agli ‘altrimenti’: altrimenti Bruxelles, altrimenti le Borse, altrimenti gli industriali. E Basta!“.
E ancora: “Non coltivo l’obiettivo di sottrarre consensi al Pd. La nostra aspirazione è costruire il cantiere dell’alternativa: bisogna rimescolare le carte del riformismo e del radicalismo per dare vita a una gara delle idee e non dei pregiudizi, ponendo al centro dell’attenzione il lavoro e portando la sinistra a cercare un compromesso con i moderati, non suicidandosi ma facendo valere le proprie ragioni. A Genova ha vinto il popolo del centrosinistra e ora, tutti insieme, dobbiamo costruire il futuro della città e poi, del Paese“.

Matteo Oliviero