Processo Eternit: la delusione di Bagnoli e Rubiera

La sentenza del processo Eternit ha segnato un incoraggiante punto di svolta nella storia della giurisprudenza mondiale. La condanna (severa) ai due ex dirigenti della multinazionale, che in Italia ha mietuto migliaia di vittime, ha rinfocolato la speranza di quanti credono nella possibilità di ottenere giustizia anche contro i cosiddetti “poteri forti”. Un’iniezione di entusiasmo e ottimismo, che non ha però contagiato Bagnoli e Rubiera, dove i reati contestati (disastro ambientale e omissione di cautele contro gli infortuni sul lavoro) sono passati in prescrizione.

La reazione di De Magistris – A farsi portavoce della delusione generale è stato il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris: “La sentenza è anche causa di amarezza per la nostra comunità – ha spiegato –  tante famiglie napoletane non hanno trovato giustizia a causa della prescrizione. Resta comunque un verdetto fondamentale perché chiama in causa, rinnovando l’urgenza di una risposta, il tema della bonifica e della riqualificazione di Bagnoli. Ci auguriamo che il governo finalmente – ha concluso il sindaco – fornisca i fondi per bonificare l’area”.

I legali non mollano – A rincarare la dose è stato il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro: “E’ una sentenza tanto eclatante e innovativa – ha osservato – quanto crudele e incomprensibile per le famiglie napoletane che hanno visto la vita dei propri cari distrutta dall’amianto“. A non darsi per vinti sono, invece, i quattro legali che hanno rappresentato la parte civile degli operai napoletani: “Restiamo in attesa di leggere le motivazioni che dovranno chiarire il motivo per cui si è verificata una disparità di trattamento tra gli operai di Napoli e Rubiera da un lato e Casale e Cavagnolo dall’altro – hanno spiegato – Reputiamo, d’istinto, possa aver inciso la data di accertamento della patologia come discriminante. Ma in ogni caso – hanno assicurato gli avvocati – valuteremo mezzi di impugnazione, ciò anche in considerazione di decessi avvenuti dopo il 1999″.

Maria Saporito