L’Italia reggerà: è questo il messaggio che il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha voluto consegnare ieri agli europarlamentari che lo hanno accolto a Strasburgo. Il “debutto” del premier all’assemblea plenaria presieduta da Martin Schulz è stato sottolineato da una sequela di applausi che hanno confortato il Professore. Il quale ha rassicurato sulle sorti del Belpaese e “pontificato” sulla strada da imboccare per ricucire gli strappi consumatisi all’interno dell’Ue.
Mario al timone del paese – Per il presidente del Consiglio italiano, Mario Monti, non ci sono dubbi: l’Italia non solo rispetterà gli impegni presi con i paesi partner, ma riuscirà a invertire la rotta avviando un percorso di ripresa economica che la distanzierà sempre più dalla “tempesta” greca. Per questo, ha continuato il premier intervenuto ieri all’Europarlamento di Strasburgo, non sarà necessario ricorrere a ulteriori manovre correttive e si potrà proseguire spediti lungo la via appena solcata. “Il modo migliore per fare politica anticiclica in Italia – ha spiegato il Professore – è mantenere fermo il timone della rotta verso l’impegnativo pareggio di bilancio“.
Il rigore tedesco e le colpe greche – E a chi gli ha chiesto di giustificare tanto ottimismo e di spiegare il motivo che lo spinge a considerare il caso greco così lontano da quello italiano, il premier ha fornito una risposta squisitamente politica: “In Italia le elezioni si terranno al termine naturale della legislatura – ha detto – tra poco più di un anno”. Come dire: la linea rigorista e il tempo “concesso” dalla dirigenza politica consentiranno alla squadra di governo di portare il paese in sicurezza. “Il rigore tedesco – ha poi ripreso Monti intrattenendosi sul capitolo “Grecia” – può essere ritenuto eccessivo, e probabilmente lo è, ma compensa il perfetto catalogo della peggiore politica che Atene ha messo in campo per molti anni: corruzione, nepotismo, assenza di concorrenza, appalti pubblici irregolari, evasione fiscale e quant’altro”.
Verso un’Europa più unita – Una lista impietosa (e a tratti surreale, se si considera che a snocciolarla è stato un italiano), su cui il Professore ha voluto puntare l’accento per “difendere” la Germania dalle reiterate accuse di eccessiva severità. “La cultura della stabilità tedesca – ha spiegato il presidente del Consiglio – ha avuto il merito di portare in tutti gli Stati membri un modo più serio di fare politica economica“. Non solo: dal premier italiano è giunto anche l’invito a spingere sul pedale della coesione: “L’euro non può diventare un fattore di disintegrazione”, ha detto. “Bisogna incoraggiare un progetto depurato da risentimenti e stereotipi“, evitando di dividere “l’Europa in stati del Nord e del Sud, in centrali e periferici”, ha concluso Monti.
Maria Saporito