Napoli – Associazione per delinquere finalizzata alla commissione di vari reati in occasione di manifestazioni calcistiche nazionali e internazionali. E’ questa l’accusa di cui dovranno rispondere gli 11 tifosi partenopei, arrestati dalla Digos di Napoli, facenti parte del Clan “Bronx”. L’indagine è stata coordinata dal pool di magistrati della procura di Napoli specializzati in reati sportivi e si è protratta per circa due anni. Gli indagati, secondo l’accusa, hanno preso parte ai gravi atti di violenza commessi a Napoli il 9 maggio 2010 in occasione del match Napoli-Atalanta, a seguito dei quali rimasero feriti 13 agenti della polizia. Contestati anche altri episodi violenti avvenuti a Udine il 7 febbraio 2010, in occasione di Udinese-Napoli, a Bucarest il 30 settembre 2010 in occasione di Steaua-Napoli, gara valida per l’Europa League e ancora a Napoli il 21 ottobre 2010 in occasione di Napoli-Liverpool, anch’essa valida per la stessa competizione internazionale, dove furono aggrediti e feriti, in diverse occasioni, 7 turisti inglesi e 5 agenti.
Simboli di appartenza – Le ispezioni personali e perquisizioni nei confronti di 57 appartenenti ai gruppi ultras sono state eseguite dalla Digos, su ordine dei magistrati della procura che hanno coordinato le indagini, a partire dal 16 Novembre 2010. Per ognuno di essi, è stata riscontrata la presenza sul corpo di tatuaggi che ne contraddistinguevano l’organicità allo specifico gruppo ultrà. Nel rapporto delle forze dell’ordine si leggono chiaramente altri particolari della vicenda: “Le perquisizioni, in numerose abitazioni, hanno consentito il sequestro di quantitativi di oggetti atti ad offendere e capi di vestiario idonei al travisamento, regolarmente utilizzati dagli indagati nell’esecuzione di aggressioni pianificate alle tifoserie avverse ed alle forze dell’ordine”.
Giuseppe Ferrara