Confermando che il suo governo tecnico terminerà il proprio lavoro al massimo nel marzo 2013, il presidente del Consiglio Mario Monti ha dichiarato che l’Italia è degna di ricevere fiducia a lungo termine. La fiducia di investitori e dei partner esteri, ha specificato il premier, può adagiarsi sulla responsabilità mostrata in questi mesi dagli italiani e dai partiti politici nell’accettare i provvedimenti di risanamento del bilancio pubblico, mentre il Paese, tutto, sta mostrandosi maturo nell’accettare le riforme la cui adozione è a carico del suo esecutivo.
Governo a termine. “A Londra, a New York, e immagino anche a Milano, molti dicono: come si fa a scommettere sull’Italia a lungo termine?” si è chiesto il premier, per il quale, però, la risposta non è quella di prolungare la vita del suo esecutivo tecnico. “Confermo che il mio governo sarà una breve parentesi”. “Al più tardi a marzo 2013 si tornerà a governi animati da forze politiche in prima persona, ma sono sinceramente convinto che bisogna avere fiducia lo stesso per due motivi”, ha detto il premier, vale a dire la responsabilità dimostrata dagli italiani e dai partiti politici.
La riforme. Il primo riferimento di Mario Monti è indubbiamente l’intervento del governo sul sistema pensionistico effettuato con un decreto che ha alzato l’età pensionabile e l’ha indicizzata all’aspettativa di vita. “Questa riforma delle pensioni è avvenuta per decreto legge. Ci sono state 3 ore di sciopero generale”, ha ricordato Monti, per il quale “si possono fare riforme in Italia e la gente le capisce, speriamo avvenga anche per il mercato del lavoro”. “Siamo molto fiduciosi che entro la fine di marzo potremo presentare un provvedimento al Parlamento con l’accordo delle parti sociali”, ha aggiunto in merito alla riforma in cantiere riguardante il mercato del lavoro, che andrà avanti, ha ancora ricordato il premier, anche se non ci sarà l’intesa con i sindacati.
La fine dell’emergenza. Dopo aver elencato i provvedimenti già adottati dal suo governo, Monti ha aggiunto che l’ambizione è “che, quando lasceremo, tra non molto, l’Italia sarà fuori dall’emergenza, ma sarà anche pronta al ritorno pieno alla vita politica in maniera più costruttiva che in passato”. Per quanto riguarda la capacità del Belpaese di attrarre investimenti, il premier ha richiamato l’attenzione sull’istituzione dei tribunali per le imprese, sugli sforzi riguardo alla riforma del lavoro e i provvedimenti allo studio per una maggiore concorrenza tra le università, mentre il vice-ministro dell’Economia Vittorio Grilli, intervenendo in merito alla dismissione del patrimonio pubblico, ha ricordato che “nel decreto salva-Italia abbiamo introdotto norme per cercare di rendere più lineari le vendite del patrimonio pubblico. Non è una stagione chiusa, la vogliamo riaprire, ma su linee diverse”, visto che le cessioni avviate con le cartolarizzazioni hanno generato un modesto gettito fronte di un consistente contenzioso legale.
Le autorità di vigilanza. Il professor Monti ha invece ricordato alla platea presente a Palazzo Mezzanotte che non fa parte del programma di governo la riforma delle autorità di vigilanza sui mercati finanziari, mentre, parlando della lotta alla speculazione, ha ribadito che l’attuale esecutivo si è dichiarato favorevole all’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie, inteso come provvedimento di respiro europeo.
M.N.