La telefonata anonima – Il ritrovamento è stato segnalato da una telefonata anonima arrivata al centralino della polizia, nella quale si diceva che nel parco Lambro, nascosta da due mattoni rossi a circa un centinaio di metri dal punto nel quale è stato ucciso il cileno, c’era una pistola scacciacani.
Le ricerche – Gli agenti si sono subito recati sul posto indicato e, effettivamente, hanno trovato l’arma, che a questo punto confermerebbe la teoria sostenuta dal vigile Amigoni che uno dei due fuggitivi fosse in possesso della pistola e di aver sparato per spaventarli, dopo essersi sentito minacciato a sua volta. Al momento non ci sono state conferme ufficiali che l’arma ritrovata sia effettivamente collegata all’omicidio avvenuto il 13 febbraio scorso.
I dubbi – Molte perplessità sono sorte alla luce del ritrovamento, sia perché è avvenuto dopo così tante ore, circa 96, dal giorno dell’omicidio, sia perché tutta la zona era stata oggetto di attente ricerche da parte degli investigatori. Perciò sulla vicenda scende l’ombra del sospetto che qualcuno, per difendere il vigile accusato e confermare la versione da lui fornita, possa aver posizionato di proposito la pistola sul luogo del delitto e aver avvisato poi le forze dell’ordine. Si attendono quindi gli esiti degli esami della scientifica che evidenzieranno l’esistenza o meno di impronte digitali appartenenti all’altro cileno in fuga quel giorno.
Marta Lock