Cacciato di casa – Il radiologo romano, dopo essere stato cacciato di casa dalla moglie, alla quale è intestato l’appartamento, a causa delle difficili condizioni in cui si è trovato dal momento della separazione, è stato costretto a vivere in una delle stanze del San Camillo, l’ospedale nel quale presta servizio.
Gli atti della separazione – I legali hanno presentato la documentazione fotografica che testimonia la situazione disagiata nella quale sta vivendo il loro assistito, che dorme su una barella. Potrebbe essere che in qualche modo i suoi avvocati stiano cercando di impietosire il giudice che sta seguendo la causa di separazione, anche se probabilmente l’uomo ha pochissime possibilità di ottenere qualcosa, considerando il fatto che la moglie è l’unica proprietaria dell’appartamento in cui vivevano.
L’ospedale con i pazienti soccorsi in terra – Il San Camillo è l’ospedale nel quale è scoppiato lo scandalo che ha portato all’inchiesta e ai controlli sulle strutture ospedaliere di tutta la capitale, quello in cui una esauriente documentazione fotografica aveva rivelato le terribili condizioni del pronto soccorso, con pazienti curati in terra, come nel caso dell’uomo in arresto al quale è stato fatto un massaggio cardiaco su di un materasso appoggiato sul pavimento. Ora il radiologo rischia un secondo sfratto oltre che probabili problemi sul lavoro, considerando che ha occupato una stanza che avrebbe dovuto essere disponibile per i pazienti in attesa di essere ricoverati.
Marta Lock