La soluzione – Saranno i Comuni le Regioni a dover decidere eventuali incrementi di licenze di taxi, è quanto scritto in un nuovo emendamento proposto da Filippo Bubbico del Pd e Simona Vicari del Pdl al decreto sulle liberalizzazioni.
Il decreto dice anche che “l’Autorità dei trasporti dovrà monitorare e verificare la corrispondenza dei livelli di offerta del servizio taxi, delle tariffe e della qualità delle prestazioni, alle esigenze dei diversi contesti urbani. Saranno però Comuni e Regioni ad intervenire dopo aver acquisito il parere dell’Autorità. Si potrà tra l’altro stabilire l’incremento del numero delle licenze ‘ove ritenuto necessario’ bandendo concorsi straordinari. I proventi che deriveranno dal rilascio di nuove sono finalizzati ad adeguare compensazioni da corrispondere a coloro che sono già titolari di licenza. Verrà inoltre consentita ai titolari di licenza, d’intesa con i Comuni, una maggior libertà nell’organizzazione del servizio sviluppando anche nuovi servizi come il taxi ad uso collettivo”.
Un passo indietro – Per i sindacati, si tratta di un clamoroso passo indietro del governo: “E’ un mese e mezzo che sostengo che il governo non può essere forte con i deboli e debole con i forti”, fa sapere Bonanni della Cisl.
Le associazioni dei consumatori si uniscono alla protesta: “Si tratta dell’ennesima sconfitta per il Governo Monti, nuovamente battuto dalla lobby dei tassisti. Una liberalizzazione dei taxi come quella che si starebbe profilando, con una Autorità dei trasporti di fatto inutile e che non può decidere un bel nulla e il potere di stabilire licenze e tariffe in capo ai sindaci, di fatto annulla qualsiasi beneficio in favore degli utenti. In sostanza con questo emendamento, non ci sarà alcun cambiamento rispetto alla situazione attuale: le licenze non aumenteranno, le tariffe continueranno ad essere le più alte del mondo, e lo strapotere della lobby dei tassisti resterà, a tutto danno dei consumatori fruitori del servizio”.
Matteo Oliviero