La Cassazione: possibile guardare l’e-mail dei dipendenti. Anche se, ovviamente, solo in alcuni e ben determinati casi. La Corte di Cassazione con sentenze 27722/2012, ha infatti ritenuto valido il licenziamento in tronco di un dirigente bancario di un istituto appartenente alla galassia Unicredit, accusato di speculazione a scopo di vantaggio personale, resa possibile dal possesso di informazioni riservate, comunicate ad estranei via mail. Se in gioco c’è “l’immagine dell’impresa e del patrimonio aziendale”, allora, ha spiegato la Cassazione, il datore di lavoro è autorizzato a controllare le e-mail dei dipendenti, una pratica questa solitamente non consentita.
La Corte Suprema ha respinto il ricorso del dirigente bancario, licenziato “per aver divulgato a mezzi di messaggi di posta elettronica, diretti a estranei, notizie riservate concernenti un cliente dell’Istituto e di aver posto in essere, grazie alle notizie in questione, operazioni finanziarie da cui aveva tratto vantaggio personale”. Le motivazioni del ricorso di Alfredo B. affondavano le loro radici nella possibilità che fossero stati effettuati “controlli illeciti” sulle e-mail. La Cassazione ha però respinto una tale ipotesi sostenendo che il controllo della posta elettronica è possibile se diretto “ad accertare ex post una condotta attuata in violazione degli obblighi fondamentali di fedeltà e riservatezza e postasi in contrasto con l’interesse del datore”. In questo caso, tale controllo, “non riguardava l’esatto adempimento delle obbligazioni discendenti dal rapporto di lavoro ma era destinato ad accertare un comportamento che poneva in pericolo l’immagine dell’istituto bancario”.
A.S.