Siria: per gli Usa difficile armare i ribelli. A favore dell’ipotesi di fornire aiuti anche di tipo militare agli oppositori del regime di Bashar al Assad, pochi giorni fa negli Stati Uniti si erano schierati due importanti senatori repubblicani, Lindsay Graham, e il più conosciuto John McCain. Questo perchè, avevano spiegato, le forze ribelli “meritano di essere armate per poter affrontare il governo siriano”. A sostegno di questi ultimi, pochi giorni fa si è schierato anche il primo ministro palestinese, membro di Hamas, e negli Usa le cose si sono complicate. Ieri in un’intervista alla Cbs, il segretario di Stato Hillary Clinton ha espresso tutta la sua contrarietà rispetto all’ipotesi di armare i ribelli siriani, che vivono ogni giorno sotto i bombardamenti militari.
A chi diamo le armi? “Noi – ha fatto notare la Clinton – davvero non sappiamo chi andremo ad armare. Andremo a sostenere al Qaeda in Siria? Hamas appoggia l’opposizione. Arriveremo a sostenere Hamas? E cita Ayman al Zawahiri, l’erede di Osama Bin Laden, esprimendo il timore che eventuali mezzi militari statunitensi possano finire in mano ad Al Quaeda. Un altro problema, ha spiegato ancora la Clinton, risiede nel fatto che l’opposizione siriana non è “così unita” come quella che invece c’era in Libia, ai tempi di Gheddafi. “Il Consiglio nazionale siriano – ha aggiunto il segretario di Stato Usa – sta facendo del suo meglio ma ovviamente non e’ ancora un’opposizione unita”. Sulla questione è intervenuto anche il governo di Pechino che ha accusato apertamente gli Stati Uniti di non avere “alcuna base morale per parlare con una super-arroganza egoistica”.
Il voto di ieri, si è svolto sotto i continui bombardamenti. Non tutti hanno scelto di recarsi alle urne, una parte dei siriani ha infatti volutamente boicottato le consultazioni, considerandole “una farsa”. Secondo l’osservatorio siriano per i diritti umani, ieri sono morte sotto le bombe almeno 31 persone. Le dichiarazioni di Assad lasciano inoltre ben poco spazio ad eventuali trattative. “Sul terreno siamo più forti noi”. Contemporaneamente la Croce Rossa Internazionale, non è riuscita a portare via i feriti da Homs, città profondamente martoriata dalla guerra. E’ infatti fallito il tentativo di accordo con il governo e con i ribelli, che avrebbe permesso l’evacuazione dei feriti dal quartiere di Bab Amro.
A.S.