Con una visita inusuale avvenuta ieri alla Commissione Industria al Senato, il premier Mario Monti ha tentato di porre fine alle polemiche scaturite dal paventato pagamento dell‘Imu da parte delle scuole cattoliche. L’allarme, lanciato dai vescovi e raccolto da molti politici, ha spinto il presidente del Consiglio a intervenire in prima persona per ribadire l’intenzione di garantire l’esenzione agli istituti che non perseguono scopi commerciali. Un chiarimento che ha confortato la Cei e convinto i senatori presenti in Commissione, che hanno votato all’unanimità l’emendamento al decreto Liberalizzazioni.
Il chiarimento del Professore – “E’ necessario precisare che non è propriamente corretto chiedersi se le scuole siano esenti dall‘Imu, bensì quali scuole possano essere esenti dall’Imu”. Con queste parole, il premier Mario Monti ha ieri aperto il suo intervento-chiarificatore sul punto più controverso dell‘emendamento che introduce il pagamento dell’Imu per gli immobili vaticani destinati ad attività commerciali: quello relativo alle “sorti” contributive delle organizzazioni no-profit, con specifico riferimento alle scuole cattoliche. Il Professore, intervenuto in Commissione Industria al Senato, ha spiegato che gli istituti scolastici gestiti dai religiosi potranno continuare a beneficiare dell‘esenzione a condizione che rispettino tre fondamentali parametri.
Le regole da rispettare – Primo: “Il servizio effettivamente prestato” dovrà essere “assimilabile a quello pubblico sotto il profilo dei programmi di studio e della rilevanza sociale, dell’accoglienza di alunni con disabilità e dell’applicazione della contrattazione collettiva del personale docente e non docente”. Secondo: “Il servizio scolastico dovrà essere aperto a tutti i cittadini alle stesse condizioni e dovrà prevedere norme non discriminatorie nella selezione all’ingresso e nell’esclusione correlata al rendimento scolastico”. Infine le scuole parificate dovranno dimostrare di avere un’organizzazione “tale da preservare senza alcun dubbio la finalità non lucrativa“.
La soddisfazione della Cei – Il versamento del temuto “obolo” sarà in pratica risparmiato a tutti quegli istituti che dimostreranno di reinvestire gli utili ricavati in attività didattiche, voltando fermamente le spalle a ogni possibilità di guadagno. I “paletti” posti dal premier in Commissione hanno convinto i senatori presenti in Assemblea e rasserenato i vescovi. “Le parole di Monti – ha dichiarato il presidente della Commissione episcopale per l’Educazione cattolica, Gianni Ambrosio – vanno nella direzione giusta perché non ha senso tassare attività che hanno chiara rilevanza pubblica e sociale”.
Maria Saporito