No Tav: Continueremo ad oltranza. Bussoleno bloccata

Cortei del movimento no tav. – Luca Abba è il nome dell’esponente dei no tav che stamani è caduto da un traliccio, e che ora è grave. Continua intanto la protesta del movimento no tav con manifestazioni diffuse a Roma, Reggio Calabria, Palermo, Bologna, Torino, come centri principali dei cortei. In diverse aziende metalmeccaniche della Valle di Susa è stato inoltre indetto lo sciopero generale. Dalle 22.30 di stasera la Torino-Bardonecchia è isolata in due punti a causa del protrarsi delle agitazioni. Bussoleno è bloccata da una settimana: da mezzogiorno circa dello scorso lunedì.

Luca Abba caduto da un traliccio. – Era salito su un traliccio dell’alta tensione con il proposito di fare “resistenza passiva” in merito alla progettata espansione del cantiere della Tav a Chiomonte. Purtroppo è caduto, e le sue condizioni sono, a quanto pare, gravi. L’imprudenza commessa da uno dei manifestanti, lungi dal far desistere gli altri partecipanti alle manifestazioni, infiamma ora gli animi ancor di più. Rabbia, è quello che affermano di provare gli altri esponenti dei no tav riguardo l’infausto avvenimento di questo lunedì mattina. E nella Val di Susa promettono che si andrà avanti ad oltranza, come confermato da Alberto Perino, leader del movimento. “Se Manganelli voleva il morto ci siamo andati vicini”, afferma stasera quest’ultimo, riferendosi al capo della Polizia.

Il blocco di Bussoleno. – Intanto Bussoleno è tuttora bloccata dai presidi in cui si cuoce carne alla brace e ci si offrono vicendevolmente liquorini e buon vino per scaldarsi. “Quando una legge è ingiusta, non si rispetta”, è una delle massime comuni che si carpiscono dai discorsi qua e là, mentre ci si prepara ad un’altra lunga notte di “resistenza”, con l’obiettivo di impedire che le guardie preposte alla sicurezza del cantiere possano darsi il cambio a fine turno. E prima o poi, si pensa, si stancheranno. Resta da vedere chi, in questo braccio di ferro tra autorità e interessi privati, si stancherà per primo.

Sandra Korshenrich