Nessun progresso – Continua ad andare avanti, tra rallentamenti e difficoltà, l’indagine che vede due marò italiani, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, accusati dell’omicidio di due pescatori indiani, avvenuto il 15 febbraio al largo delle coste dello Stato del Kerala. Dopo le polemiche legate alla partecipazione di esperti italiani agli esami balistici, il più recente tentativo di trovare indizi decisivi è stato fatto esaminando la “scatola nera” della petroliera Enrica Lexie, ancora attraccata nel porto di Kochi.
Il dispositivo che corrisponde alla scatola nera, che nelle imbarcazioni è denominato voyage data recorder, sarebbe però privo di informazioni utili: è quanto scrive il Times of India citando un’inchiesta indipendente che sta conducendo il Ministero della Marina Mercantile dello Stato asiatico; sul VDR dovrebbero essere registrati fatti più importanti avvenuti sulla nave, come le conversazioni del capitano e la posizione in mare, ma la memoria del dispositivo è di dodici ore, dopodichè le informazioni successive sovrasrivono quelle precedenti.
Niente di fatto – In casi particolari e straordinari, come quello che ha investito la petroliera italiana, i dati presenti sul VDR dovrebbero essere conservati, secondo le norme internazionali; ma secondo la testata giornalistica indiana, questo non è stato fatto, e informazioni potenzialmente vitali per l’indagine sono andate perse.
Sempre secondo il Times, però, scatola nera e diario di bordo non sono state ancora sequestrate, in quanto la polizia del Kerala ha rigettato la responsabilità del compito alla Marina Mercantile. L’indagine intanto prosegue anche sotto gli altri fronti: è stato rinviato al 6 marzo il giudizio sul conflitto di giurisdizione tra Italia e India, che potrebbe cambiare radicalmente il corso dell’inchiesta.
Damiano Cristoforoni