Siria: “Massacro cieco”. I testimoni

Reporter in fuga. Il fotografo britannico, Paul Conroy, che lavorava in Siria per il giornale britannico Sunday Times, è uno dei tanti reporter fuggiti dal Paese arabo, dopo essere rimasti feriti per i bombardamenti. Ora Conroy è tornato a casa, in Gran Bretagna, ed è ricoverato in ospedale.

Massacro cieco. Il fotografo ha rilasciato un’intervista a Sky News raccontando il «massacro cieco» che sta martoriando Homs: «Non si tratta di una guerra, è un massacro, un massacro cieco di uomini, di donne, di bambini (…) Ho lavorato in diverse zone di guerra, ma non ho mai visto dei bombardamenti come quelli là. Erano sistematici».  Sulla stessa linea l’intervista  rilasciata ad Al Jazira dalla giornalista tragicamente scomparsa in Siria, Marie Colvin: «Quello che disgusta è la spietatezza con cui vengono presi di mira i civili».

Siamo in trappola. Queste testimonianze  trovano riscontro in quella di  Shadi Juri, abitante di Bab Amro, un quartiere di Homs devastato dai bombardamenti. Queste le tragiche parole di Juri, intervistato dall’ANSA via Skype: «La situazione umanitaria a Homs è disastrosa: da tre giorni siamo sotto i mortai e i proiettili dell’esercito di Assad e non c’è modo di fuggire o trovare rifugio. Siamo in trappola». Secondo il testimone a Waar, un altro quartiere della città, è stato colpito anche l’ospedale Al Walid.

Giovanna Fraccalvieri