Super Tuesday: Romney vince, Santorum convince

Niente di fatto – Gli analisti di mezzo mondo lo avevano previsto, e l’evidenza dei fatti lo ha confermato: il Super Tuesday repubblicano non ha consegnato al Grand Old Party l’anti Obama che tutti stanno ancora aspettando: Mitt Romney, favorito della vigilia (e delle primarie in generale), ha rispettato i pronostici aggiudicandosi sei Stati sui dieci interessati, riuscendo anche a strappare per una manciata di voti il fondamentale Ohio al rivale Rick Santorum; ma l’ex senatore della Pennsylvania ha tenuto botta, uscendo vincitore dalle urne di North Dakota, Oklahoma e Tennessee. In Georgia, come ampiamente previsto, si è invece affermato Newt Gingrich, che resta in corsa anche se le sue chance di raggiungere la nomination sono ormai molto risicate.

Uniti ma divisi – Stando così le cose, il vero vincitore del supermartedì è Barack Obama, che ancora una volta ha osservato in silenzio mentre i suoi avversari spaccavano a metà l’elettorato, le raccolte fondi, il partito e l’opinione pubblica repubblicana: a pochi mesi dalla convention che a Tampa, dal 27 al 30 agosto, formalizzerà il nome dell’avversario del Presidente in carica per le elezioni di novembre, non esiste ancora un competitor plausibile: il moderato Romney, prescelto dal partito e vincitore annunciato, sta invece incontrando più di qualche difficoltà a superare lo scoglio rappresentato dall’ultraconservatore Santorum, e sta perdendo di conseguenza la fiducia dell’establishment; lo stesso Santorum, d’altra parte, rappresenta un’ala radicale ed estremista del partito, che è ben consapevole che contro Obama l’italo-americano avrebbe ben poche possibilità. A godere, come sempre, è il terzo incomodo, che per ora, dallo Studio Ovale, assiste alla guerra fratricida che avvantaggia ogni giorno di più la sua posizione in vista dell’election day.

Damiano Cristoforoni