Appuntamento con la danza – Si aprono nuovamente le porte del Teatro Piccolo Arsenale di Venezia per permettere al pubblico di assistere al risultato delle masterclass dell’Arsenale della Danza. L’appuntamento è per sabato 10 marzo alle ore 18.
Dal Brasile a Venezia – Il terzo appuntamento di Open Doors, ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, vedrà i danzatori dell’Arsenale Danza impegnati in un confronto con l’aspetto ritualistico della danza. A guidarli nel loro percorso sono stati per quindici giorni Maria Thaís, coreografa e regista oltre che studiosa e pedagoga, e Wellington Campos, esperto di danze folcloristiche brasiliane. Con la presentazione pubblica di sabato 10 marzo si conclude così un ciclo di masterclass dedicato al passaggio dal “corpo ancestrale al corpo teatrale”, volto a rileggere il vocabolario e le tecniche della danza sacra degli orixás, divinità associate agli elementi naturali nelle religioni di origine afro-americana come il Candomblé, alla luce dell’invenzione contemporanea.
Il corso di questa edizione dell’Arsenale della Danza pone al centro dell’attenzione il corpo, visto come un patrimonio di modi e gesti influenzati e ispirati dalla cultura, dalla storia e dalla società.
Gli insegnanti – I giovani danzatori protagonisti del centro di alta formazione nella danza contemporanea della Biennale di Venezia hanno avuto l’occasione di lavorare con Maria Thaís, alla testa della Compagnia Teatro Balagan di San Paolo del Brasile e professore e ricercatore del Dipartimento di Arti Sceniche dell’Università di San Paolo. Nel percorso artistico di Thaís anche la regia e la creazione delle coreografie di diversi spettacoli: Prometheus – a tragédia do fogo, Západ – A Tragédia do Poder (2006), Tauromaquia, A Besta na Lua, Sacromaquia, Olhos d’Agua con Ismael Ivo (Haus der Kulturen der Welt, Berlino), Dorotéia – um estudo per il Festival Intercity São Paulo a Sesto Fiorentino. Insieme a lei nel guidare i danzatori è stato il danzatore e percussionista Wellington Campos, esponente dell’Abaçai Balé Folclórico de São Paulo.
Beatrice Pagan