Bullismo: Giovane rifugiato picchiato tra l’indifferenza dei passanti

Mal-venuti al Nord”. È accaduto a Spinea, in provincia di Venezia, un bambino di 12 anni è stato malmenato da tre ragazzine e un ragazzo, sotto lo sguardo indifferente dei passanti. La giovane vittima, figlio di una rifugiata politica in Italia da 4 anni, aveva raggiunto la mamma da appena 5 mesi e, purtroppo, proprio alcuni suoi coetanei, che avrebbero dovuto essere solidali con lui, si sono rivelati brutali persecutori.

Il branco. Il “piccolo rifugiato” era in piazza con la sua bicicletta quando, delle bulle, gli si sono avvicinate e gli hanno tolto il berretto che indossava.  Le ragazzine lo hanno ricattato dicendogli che se avesso voluto indietro il cappello, avrebbe dovuto “sborsare” 2 euro. Il dodicenne ha risposto di non avere denaro con se e, a quel punto, secondo quanto riferito successivamente alla mamma, le bulle «gli hanno tirato un pugno in faccia e, caduto a terra, un ragazzo lo ha tenuto fermo, mentre le ragazze lo colpivano con calci e pugni».

Naso rotto. Nessuno dei tanti passanti è intervenuto per difendere la vittima del pestaggio che ha potuto telefonare alla mamma per chiederle aiuto solo quando, soddisfatti, i suoi carnefici se ne sono andati lasciandolo sofferente a terra. All’ospedale sono state riscontrate diverse contusioni sul volto, in modo particolare ad un occhio ed, inoltre, la frattura del setto nasale che ha reso necessario l’intervento chirurgico.

“Ben-venuti al Nord”. La vicenda è stata denunciata da Susanna Coen Cagli, del Centro di ascolto del Comune di Spinea, secondo la quale si è trattato di «un grave episodio di bullismo, un fatto veramente doloroso contro un ragazzino spaventatissimo che ne ha già passate tante».

Indifferenza criminale. Un  episodio vergognoso perché «in molti hanno assistito alla violenza eppure nessuno e’ intervenuto in aiuto della vittima». Lo stesso rammarico è stato ribadito dalla mamma del ragazzino picchiato: «A Spinea c’era tanta gente e nessuno e’ intervenuto per difendere questo bambino a terra con il viso sanguinante».

Giovanna Fraccalvieri