Le novità – “Salvo intese” queste le principali novità sul lavoro contenute nelle ventisei pagine di bozza uscite dal Consiglio dei Ministri: congedo di paternità obbligatorio, no al reintegro per i licenziamenti economici, politiche attive per l’impiego, nuove tipologie contrattuali, flessibilità in uscita, ammortizzatori (Aspi) e tutele nel rapporto di lavoro. “Una proposta articolata – come si legge in una nota del governo – che, una volta a regime, introdurrà cambiamenti importanti”.
No al reintegro per i licenziamenti economici – Per la lettera di licenziamento ci sarà l’obbligo di indicare il motivo e verranno previsti “tre regimi sanzionatori” a seconda che il giudice lo valuti discriminatorio, per motivi disciplinari o economici. Il diritto alla reintegrazione nel posto del lavoro sarà disposto dal giudice nel caso di licenziamenti discriminatori o in alcuni casi di infondatezza del licenziamento disciplinare, altrimenti il datore di lavoro sarà condannato solo al pagamento di un’indennità. Norma anti-discriminazioni, per evitare la strumentalizzazione dei licenziamenti economici.
Apprendistato e quote rosa – Massimo valore all’apprendistato e via libera al “regolamento che definisce termini e modalità di attuazione della disciplina delle cosiddette ‘quote rosa’ alle società controllate da pubbliche amministrazioni”.
Congedo di paternità obbligatorio – La riforma del mercato del lavoro “mira a favorire una cultura di maggiore condivisione dei compiti di cura dei figli”.
Fondo solidarietà – “L’istituto offre un’integrazione salariale in caso di riduzione dell’orario di lavoro durante una congiuntura sfavorevole, consentendo di adeguare rapidamente l’orario di lavoro al calo di domanda, preservando però i singoli rapporti di lavoro e il loro contenuto di professionalità e di investimento”.
Lavoratori anziani – “È prevista la facoltà per le aziende di stipulare accordi con i sindacati maggiormente rappresentativi, finalizzati a incentivare l’esodo dei lavoratori anziani”.
Premi per rapporti stabili – “Elementi di premialità” verso le imprese “per l’instaurazione di rapporti di lavoro più stabili”.
Ammortizzatori – Politiche attive per i soggetti deboli, contrastando abusi dell’uso del sussidio di disoccupazione. E Aspi, la nuova indennità di disoccupazione a regime dal 2016.
Immigrato licenziato – no alla revoca permesso di soggiorno e previsione di un assegno di disoccupazione
Irene Fini