Dopo il successo dell’offerta del Btp indicizzato all’inflazione chiusasi giovedì scorso con una raccolta di oltre 7,29 miliardi di euro, il Tesoro disegna il profilo dell’investitore intervenuto nell’operazione durata quattro giorni. A farla da padrona, ovviamente, i privati con una percentuale ben oltre l’80%, ma si sono visti anche fondi pensione, assicurazioni, casse previdenziali, fondi e investitori esteri. La collocazione consente al ministero delle Finanze di affrontare il mese di aprile con meno affanno, visto che il prossimo rappresenterà il terzo e ultimo mese consecutivo di forti scadenze di titoli, circa 27 miliardi a medio-lungo periodo, da rinnovare.
Privati all’83%. Il Btp Italia è stato collocato all’83% presso retail e per il 3% a operatori internazionali. A renderlo noto il ministero dell’Economia e delle Finanze venerdì 23 marzo nella nota con la quale sono stati forniti i dettagli del collocamento conclusosi la sera precedente. Dei 133.479 contratti conclusi sul Mot, commenta il Tesoro, oltre 110.000, una fetta pari all’83%, hanno avuto una dimensione inferiore ai 50.000 euro, soglia di norma adoperata per distinguere gli investitori al dettaglio da quelli istituzionali. Esaminando poi questo gruppo, circa 79.000 contratti, il 56% del totale, sono stati di importo inferiore ai 20.000 euro, a riprova di una larga partecipazione di piccoli risparmiatori privati. Per il Tesoro, infine, “si può desumere che tra gli investitori istituzionali che hanno acquistato i Btp Italia non siano mancati operatori esteri – circa il 3% dell’ammontare complessivo – e che gli acquisti effettuati via home-banking abbiano rappresentato tra il 20% ed il 30% dei contratti validamente conclusi”.
Marco Notari