Bully distribuito negli Stati Uniti senza classificazione contro la decisione della MPAA

Controcorrente – Dopo le polemiche suscitate dalla decisione della Motion Picture Association of America di vietare Bully ai minori, The Weinstein Co. ha annunciato ufficialmente che distribuirà il documentario sugli schermi statunitensi come “unrated”, senza classificazione.

Il film Bully mostra un anno di vita di cinque ragazzi e delle rispettive famiglie, mostrando gli atti di bullismo di cui sono vittime i giovani e le conseguenze sulla quotidianità di ognuno di loro.
Il documentario è stato realizzato con la collaborazione delle scuole di Sioux City, Iowa, e grazie alle riprese effettuate ha anche aiutato in modo efficace Alex, uno dei ragazzi ripresi. Il giovane adolescente ogni giorno vittima di bullismo era infatti stato coinvolto in un episodio particolarmente violento e il materiale video raccolto dai registi Lee Hirsch e Alicia Dwyer è stato consegnato ai genitori e alla polizia locale permettendo in questo modo la denuncia dei colpevoli.
Bully è il primo documentario a mostrare un problema che coinvolge direttamente circa 13 milioni di ragazzi negli Stati Uniti e purtroppo diffuso in ogni nazione; un dato che in queste ore sta venendo diffuso da moltissimi attori, cantanti e celebrities via Twitter, invitando i loro followers ad andare nei cinema a vedere il film e sostenere gli scopi formativi del progetto.

La decisione – La controversa scelta dalla MPAA è stata causata dalla presenza in alcune sequenze di un linguaggio non ritenuto idoneo alla visione dei più giovani. La limitazione imposta avrebbe così reso impossibile organizzare le proiezioni destinate alle scuole e impedito ai veri destinatari del progetto di entrare in sala.
Per sostenere una modifica della classificazione è stata organizzata una petizione online che ha raccolto oltre 200.000 firme e l’appoggio di numerosi esponenti del mondo dell’informazione e dello spettacolo ed è stata consegnata alla MPAA.
Il regista Lee Hirsch, presente all’anteprima di Bully ha spiegato ai microfoni di The Hollywood Reporter: “Le persone sono frustrate. Sentono che questa classificazione è ingiusta. Sono stanche del doppio standard in cui la violenza gratuita passa e un film che potrebbe veramente avere conseguenze positive viene bloccato“. The Weinsten Company ha quindi deciso di distribuire nelle sale il documentario senza una classificazione.
Hirsch ha inoltre dichiarato che considera Bully come un modo attivo per intervenire su un problema e far capire agli spettatori che ognuno di loro ha il potere di cambiare le cose: “non devi cambiare il mondo per fermare il bullismo. Devi solo prendere una decisione. Ed ogni singola persona che vede questo può contribuire a questo movimento positivo“.

Beatrice Pagan