Inappuntabile nel suo proverbiale aplomb, il presidente del Consiglio, Mario Monti, non ha comunque rinunciato a togliersi qualche sassolino dalla scarpa. A conclusione del Cdm incardinato sul piano anti-sprechi promosso dal ministro Piero Giarda, il Professore ha ieri raggiunto la sala stampa per “bacchettare” i partiti e inviare loro messaggi più che espliciti. “Ci rimproverano di aver aumentato troppo le tasse – ha sostanzialmente detto il premier – ma non è colpa nostra. L’Ici non doveva essere abolita e per questo adesso abbiamo l’Imu“. E alla Lega e al Pdl, che propongono soluzioni “alternative” al pagamento delle imposte, il premier ha lanciato il guanto di sfida.
Lo sdegno del Professore – “Vorrei cominciare con una parola di sdegno: chi ha governato, chi governa e chi si candida a governare il paese non può giustificare l’evasione fiscale né tanto meno istigare a non pagare le tasse o istituire personali e arbitrarie compensazioni fra crediti e debiti verso lo Stato”. L’esordio di Mario Monti alla conferenza stampa seguita ieri sera al Cdm non poteva essere più esplicito di così. Il Professore ha tradito un forte risentimento per le proposte avanzate dai partiti nelle ultime 24 ore traducibili nell’invito alla “disobbedienza fiscale” propagandata dalla Lega e nella fantasiosa soluzione indicata dal segretario del Pdl, Angelino Alfano.
Le responsabilità di Berlusconi – Il premier non ci sta a passare per l'”orco” che strangola il paese con le tasse e tenta, per questo, di rimettere i tasselli a posto, denunciando le responsabilità di ciascuno. “Se oggi c’è l’Imu – ha tagliato corto il presidente del Consiglio – è perché per tre anni è stata abolita l’Ici senza considerare gli effetti che ne sarebbero derivati. L’Ici non poteva e non doveva essere abolita in una situazione di finanza pubblica come quella italiana”. E ancora: “L’Imu è stata ideata dal precedente governo – ha rincarato Monti – Noi l’abbiamo solo anticipata dal 2014 a oggi e l’abbiamo estesa alla prima casa”.
L’incertezza sull’Iva – “Se qualcuno ha idee più interessanti e più complete di tassazione patrimoniale – ha poi provocatoriamente aggiunto il premier – il governo è pronto a considerarle”. E a chi gli ha chiesto se la revisione della spesa (che verrà coordinata dal super commissario Enrico Bondi) eviterà di incorrere in un aumento dell’Iva: “Non è scongiurato“, ha freddato Monti, che ha però aggiunto: “Con i tagli di spesa previsti, si dovrebbero avere benefici sufficienti per consentire un’operazione come quella che consentirebbe di evitare tre mesi di aumento dell’imposta”.
Come i ciechi di Bruegel – Quanto al ritardo con cui il piano anti-sprechi è stato messo a punto (almeno nella sua forma embrionale) dal ministro Piero Giarda, il presidente del Consiglio ha parlato delle difficoltà incontrare nel reperire le informazioni necessarie: “Senza quei dati saremmo come i ciechi del quadro di Bruegel che ho visto l’altro giorno al museo di Capodimonte – ha detto Monti tradendo una certa sensibilità per l’arte – Se un cieco guida un altro cieco, entrambi cadono in qualche fosso“.
Una Rai più trasparente – Non solo, il Professore ha deciso di sbilanciarsi anche su un altro capitolo scivoloso: quello inerente la possibile “ristrutturazione” della Rai: “E’ necessario rivedere enti e società, Rai compresa – ha chiarito – visto che si tratta di un’azienda pubblica dove non è garantita la logica della trasparenza, del merito e dell’indipendenza dalla politica”. Un punto questo che potrebbe rendere ancora più franoso il rapporto d’intesa con il partito del Cavaliere, particolarmente interessato al mantenimento dello status quo a Viale Mazzini.
Maria Saporito