Suicidio di un imprenditore di Nuoro costretto a licenziare i figli per la crisi

Aveva dovuto chiudere l’attivitàL’imprenditore di 55 anni, titolare di un’impresa di costruzioni che aveva dato lavoro a molti giovani del piccolo paese di Mamoiada, in provincia di Nuoro, con l’inizio della recessione si era dovuto rassegnare ad applicare dei dolorosi tagli al personale. Ma la crisi si è aggravata sempre di più fino a costringerlo a chiudere la propria attività.

Aveva licenziato i suoi figli – Purtroppo con la chiusura dell’impresa era stato costretto a lasciare a casa anche i due figli e probabilmente è stata proprio quella la causa scatenante dell’estremo gesto per il quale non ha lasciato nessun biglietto o messaggio di spiegazioni.

Si è sparato – Venerdì è andato nella vigna di sua proprietà e si è sparato un colpo di pistola alla testa. L’intero paese è sconvolto dal suicidio dell’imprenditore e il sindaco stesso ha dichiarato di non aver mai avuto sentore della possibilità che l’uomo intendesse compiere un tale gesto. La sua famiglia era molto unita, perciò il dispiacere di dover vedere i propri figli senza più un lavoro sommato alla depressione causata dalle lunghe preoccupazioni economiche che si erano abbattute sulla sua impresa fino a causarne la chiusura, hanno probabilmente accresciuto quel disagio interiore, comune a molti imprenditori e dipendenti rimasti senza un’occupazione, che ha causato il suo desiderio di morire, ultimo in ordine di tempo, di una lunga, interminabile scia di morte che la crisi economica sta lasciando dietro di sé.

Marta Lock