Alla vigilia delle elezioni amministrative che si svolgeranno in molti Comuni italiani, a rendere ancora più turbolento il quadro della politica nazionale è stato il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini. Che, dopo aver recepito l’ultima dichiarazione del capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, sul governo (“Finite le elezioni amministrative, occorre riflettere su tutto in modo serio per senso di responsabilità”, ha annunciato il pidiellino), ha lanciato un ultimatum a Pd e Pdl perché chiariscono la loro posizione nei confronti dell’esecutivo. Un invito che ha suscitato molte reazioni stizzite.
Casini batte i piedi – “Chiederò un appuntamento a Bersani e Berlusconi per sapere se vogliono continuare a sostenere il governo e vogliono andare avanti o se ogni giorno vogliono trovare il modo di distinguersi. Basta con la demagogia fiscale, è un tumore che rischia di farci fare la fine della Grecia”. A sparigliare ulteriormente le carte è stato ieri il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, che in un parossismo di nervosismo (o di tattica pre-elettorale?), ha voluto mettere alle corde i due partiti che, insieme al suo, hanno accordato la fiducia al governo.
Lo scivolone su Alfano – E non è sfuggito che nella sua categorica dichiarazione il centrista abbia indicato il nome di Silvio Berlusconi anziché quello di Angelino Alfano. Un “refuso” che ha fatto molto discutere, tanto che a stretto giro lo stesso Casini ha dovuto rettificare: “E’ chiaro che intendo Berlusconi-Alfano“, ha precisato su Twitter. Una pezza forse peggiore dello strappo, che ha spinto il pidiellino Osvaldo Napoli a “vendicare” l’onta subìta dall’ex Guardasigilli: “Casini vuole un chiarimento? – ha detto – Vorrà dire che lo daremo a Cesa“.
I commenti di Lupi e Gelmini – Più diplomatica la risposta di Maurizio Lupi: “Mentre per Casini sostenere Monti significa ratificare tutto quello che viene proposto senza battere ciglio – ha osservato – per il Pdl, invece, fare politica significa proporre, modificare e, se necessario, criticare. E poi far sì che sia Monti a fare la sintesi – ha continuato Lupi – ben sapendo che l’obiettivo resta quello di avere a cuore il bene del paese e dei cittadini“. A non gradire le parole del terzopolista è stata anche l’ex ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini: “Se Casini scambia il levante per il ponente della nostra posizione – ha tagliato corto – noi non possiamo che dolercene. Ma se vuole lui le elezioni, la smetta di attribuirle agli altri”.
La reazione di Bersani – E il Pd? A rispondere all’ideatore del partito della Nazione è stato il segretario in persona: “Vedo che anche Casini si dedica alla pretattica – ha notato piccato Pier Luigi Bersani – Noi non partecipiamo. Non siamo gente che trama alle spalle. Per noi si va al voto nel 2013. Chi ha intenzioni diverse – ha concluso il democratico – non ce le attribuisca”. A chiudere il cerchio il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa: “Le risposte stizzite alla proposta di Casini di incontrare Bersani, Berlusconi e Alfano per rinnovare il sostegno al governo – ha spiegato – sono la chiara dimostrazione che quelle parole hanno colto nel segno“.
Maria Saporito