Cambio di rotta – Probabilmente si tratta almeno parzialmente di campagna elettorale post-elezione, ma è innegabile che Francois Hollande non abbia perso tempo da quando si è insediato all’Eliseo (dove entrerà ufficialmente il 15 maggio): pochi giorni da Presidente della Repubblica, e già si può notare una decisa inversione di tendenza rispetto all’era Sarkò.
Il leader socialista, infatti, ha annunciato che si ridurrà lo stipendio del 30%, e con lui tutti i Ministri francesi: percepirà così l’indennità mensile di 13.000 euro, una cifra ragguardevole, ma comunque inferiore ai 19.000 del suo predecessore, che sotto la sua legislatura si era aumentato lo stipendio del 170%, partendo dagli originari settemila euro previsti dalla legge.
Agenda fitta – L’aria “normale” di Hollande, peraltro difesa ed anche evidenziata dal politico socialista, stride parecchio con le abitudini di Sarkozy, piuttosto abituato a maneggiare denaro, e ha inciso non poco sulle valutazioni degli elettori; ma non è questo l’unico aspetto di rinnovamento che i francesi stanno osservando in questi giorni: dopo l’elezione, il neo Predidente ha scelto di mettersi subito al lavoro, affrontando i documenti più urgenti e programmando la propria agenda politica, improntata soprattutto a rinsaldare i rapporti con gli alleati europei.
Non sarà la riduzione degli stipendi dei parlamentari a sconfiggere la crisi, e non sarà il rinvio di una vacanza post elettorale a salvare la Francia, ma è quello di cui i francesi hanno bisogno, soprattutto dal punto di vista morale, per vedere rilanciata l’immagine del proprio Paese dopo la fine dell’asse Parigi-Berlino.
Damiano Cristoforoni