Effetto visivo spettacolare – Migliaia di fans in tutto il mondo hanno indossato, o stanno per farlo, durante il tour dei Coldplay i bracciali luminosi consegnati all’entrata dello stadio chiamati Xylobands. L’effetto finale, come visto recentemente anche allo Stadio Olimpico di Torino, è senza alcun dubbio di grande effetto. Le luci colorate intermittenti a tempo di musica durante brani come Charlie Brown o Paradise sono un elemento scenografico di grande impatto e molto suggestivo, ma stanno avendo anche un inaspettato costo economico.
La band ha infatti recentemente confessato durante un’intervista che forse avevano sottovalutato le spese che avrebbero dovuto sostenere per la produzione: “Molti dei soldi che stiamo guadagnando in tour sono spesi nei bracciali. Dobbiamo trovare un modo per continuare senza andare in perdita perché è una parte essenziale del concerto“, ha spiegato Chris Martin.
Costi elevati – Le migliaia di Xylobands prodotte fin dalle prime date del tour iniziato in ottobre non possono infatti essere riutilizzate. Durante gli show viene riportato sugli schermi la richiesta di consegnarli negli appositi contenitori, ma forse c’è un motivo ben preciso per cui anche a Torino i punti di raccolta fossero introvabili e siano descritti online come utili per smaltirne le batterie. Chris Martin ha spiegato in proposito che dovrebbero pulire accuratamente ogni bracciale se volessero riutilizzarlo per evitare per i successivi utilizzatori futuri possibili problemi medici e le eventuali conseguenze legali.
Nonostante la spesa i Coldplay non hanno nessuna intenzione di rinunciare all’idea introdotta negli show dopo il consiglio di un fan: “Amiamo vedere l’effetto quando ci sono 15mila o 40mila o ancora più persone che indossano le luci“.
L’atmosfera magica continuerà quindi anche nelle prossime date, ed intanto i fans online si chiedono se esiste un modo pratico per poter far illuminare nuovamente il souvenir tecnologico ricordo delle emozioni musicali live (la risposta ufficiale dovrebbe essere no: le Xylobands si illuminano attraverso delle frequenze elaborate da un software specifico e trasmesse tramite delle antenne fornite dai produttori, ma in realtà basta una semplice graffetta).
Beatrice Pagan