A morire sotto le macerie degli edifici che non hanno retto all’ennesima scossa sismica sono stati di nuovo operai, lavoratori colti e “freddati” mentre tornavano faticosamente alle loro attività. In attesa che la magistratura accerti le responsabilità (non naturali) di quanto accaduto ieri e lo scorso 20 maggio, la macchina delle polemiche si è già messa in moto, azionata da esponenti del governo e da Beppe Grillo.
Il je accuse di Grillo – “A cosa servono i capannoni industriali vuoti? Spesso sono costruiti senza alcuna necessità per accedere ai fondi Ue. Perché mancano i controlli quando sono utilizzati? Di cosa sono fatti? Di sabbia e del sangue degli operai morti sotto le macerie?”. Così l’animatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, ha scelto di commentare ieri la notizia delle morti verificatesi in Emilia Romagna a seguito dell’ennesima violenta scossa di terremoto.
La versione di Clini – Un atto d’accusa, quello del comico di Genova, ripreso con ben altri toni dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini: “Il crollo dei capannoni – ha detto – pone dei problemi di sicurezza sui criteri di costruzione. Sicuramente hanno tenuto conto delle norme sismiche, ma su dati di rischio inferiore. Occorre aggiornare la mappa del rischio sismico e le norme per costruire in sicurezza in quelle aree”.
L’osservazione della Fornero – E a sorpresa è giunto anche il lapidario commento della responsabile del Lavoro, Elsa Fornero, che nel rivolgere un pensiero di solidarietà alle vittime del sisma, ha detto: “Il terremoto è un evento naturale. È naturale che la terra tremi, ma non è naturale che crollino edifici. In altri paesi non succede”.
Maria Saporito