2 giugno tra sprechi e polemiche

Le molte polemiche che hanno accompagnato la parata di oggi 2 giugno, festa della Repubblica, che sostenevano l’opportunità di rinunciare ai festeggiamenti per solidarietà alle vittime del sisma in Emilia, non si sono placate. Mentre ancora oggi la terra in Emilia continua a tremare, il 66esimo anniversario della proclamazione della Repubblica è stato dedicato ai terremotati: una parata sobria, senza sistemi d’arma, senza cavalli, senza frecce tricolore, senza fanfare. Napolitano si è rivolto agli italiani ed ha spiegato la necessità di onorare questa ricorrenza: “Pur stretto nell’impegno volto a fronteggiare una grave crisi economica e profondamente ferito da uno sconvolgente e luttuoso evento sismico, il nostro Paese è più che mai determinato a proseguire nella propria azione in seno alla comunità internazionale, consapevole che, fino a quando la legalità e i diritti fondamentali saranno offesi, la cooperazione pacifica tra i popoli e lo sviluppo sociale ed economico non potranno definitivamente affermarsi”.

Non è servito dimezzare la parata militare per placare le critiche. Idv e Lega come già annunciato hanno disertato la parata: “Soldi buttati nel cesso”, commenta Maroni, “Dallo Stato ci si attenderebbe un’identica prova di serietà e concreta solidarietà – scrive Di Pietro – , non la scelta assurda di buttare al vento alcuni milioni di euro”. C’è anche chi come il leader di Udc Casini disapprova le critiche: “Molti politici disertano la parata del 2 giugno. Destra e sinistra sull’onda della demagogia!”, “C’è da mettersi le mani nei capelli: c’è chi pensa di guadagnare popoplarità non venendo qui. Questa è veramente una cosa ridicola”.

Irene Fini