Nelle province emiliane terremotate si cercherà una strada diversa da quella perseguita dopo il terremoto di l’Aquila. La priorità è quella di dare un tetto sopra la testa a migliaia di sfollati, oggi alloggiati in tendopoli allestite dalla Protezione civile, o in camper e roulotte. Il tetto però, spiega il governatore dell’Emilia Romagna Vasco Errani, non sarà una casa prefabbricata. L’intenzione è quella di sfruttare il “patrimonio delle case sfitte”, attrezzandole con tutto il necessario, in modo da permettere a chi è rimasto senza casa di ricominciare da quattro solide mura. Secondo Errani, un censimento del suddetto patrimonio, che definisce “ampio”, sarebbe già in atto.
Il secondo grave problema è quello della ripresa del tessuto produttivo. Nell’incontro che si è tenuto tra i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil, il capo della protezione civile Gabrielli e lo stesso Errani a Marzaglia (Mo), Raffaele Bonanni ha spiegato che è necessario “un accordo sindacale d’emergenza per evitare le delocalizzazioni delle produzioni industriali e rassicurare le aziende e i lavoratori”. Allo scopo anche di prevenire “infiltrazioni di aziende spregiudicate o mafiose – ha aggiunto – facciamo come in un Umbria: selezioniamo le imprese piu’ serie e non consentiamo a nessuno il massimo ribasso negli appalti”. In Emilia la terra continua a tremare. Nelle ultime ore sono state ancora decine le scosse di assestamento, fortunatamente tutte di intensità piuttosto bassa (generalmente compresa tra i due e i tre gradi di magnitudo).
A.S.