Crisi, Obama: Colpa dell’Eurozona, pericolo per i mercati mondiali

Obama: “Non facciamo dilagare la crisi”. – Barak Obama si è reso conto, in questo frangente di crisi economica internazionale, che tutte le misure per fermare la recessione al momento sono viste con scetticismo dall’opinione pubblica, un po’ ovunque. E, cosa ovviamente ancora più grave da quest’ottica, ad essere incerti e poco fiduciosi sono i mercati. Dato che secondo l’amministrazione Usa la diffidenza è dovuta alle misure intraprese in Europa, il monito di oggi è rivolto all’Unione Europea, e parla di “scongiurare il rischio contagio”. Da Washington infatti lo scetticismo è sentito soprattutto, a detta del Presidente Usa, nei confronti del comportamento dell’Europa, che non sa reagire come dovrebbe. Si da la colpa alle rivalità intestine tra Francia, Germania, Italia, Grecia, alle discussioni che da mesi vanno avanti a colpi di dichiarazioni sui giornali e minacce pubbliche sui provvedimenti da intraprendere e ai quali adeguarsi, nel caso degli Stati maggiormente martoriati dall’infausto periodo.

Vecchia Europa, ultima della classe. – Secondo Obama, è inconcludente l’attuale modus operandi del vecchio continente. Il piano salva euro più volte annunciato, mai arrivato, e smentito da Bruxelles, i problemi legati agli Eurobond… Non si capisce più nulla. A fine giugno si riunirà il Consiglio dei capi di Stato Ue, e nulla è pronto, secondo quanto affermato dal portavoce della Casa Bianca Jay Carney. Se finora le parole provenienti da Oltreoceano sono sempre state di placido incoraggiamento, oggi Carney espone la questione in questi termini: “I mercati restano scettici sul fatto che le misure prese finora siano sufficienti per garantire una ripresa in Europa e per rimuovere il rischio che la crisi si aggraverà. Altri passi devono essere compiuti”. E sottolinea, Carney, che il pericolo non riguarda solo la zona euro, ma l’intera economia mondiale, messa a repentaglio dall’euro stesso.

Mercati internazionali in crisi per colpa dell’eurozona – Anche negli Stati Uniti la crisi si sta facendo sentire, con un pericoloso calo subito da ottobre del 2011, e la disoccupazione in crescita. La Casa Bianca ad ogni modo, a detta di Carney, ammonisce gli Stati europei esortandoli a seguire l’esempio degli Usa. Il pericolo intravisto dagli investitori, secondo Carney, è quello di un possibile fallimento della Grecia, che porterebbe dietro di sé anche gli altri Stati deboli, come l’Italia e la Spagna. Sarebbe questo a frenare sin da ora i mercati internazionali.

Giorgio Piccitto