Il pentito di Cosa nostra Giovanni Brusca, il boia di Capaci, interrogato in merito alla strage di via D’Amelio, ha parlato della trattativa tra Stato e Mafia, anzi delle molteplici trattative che si sono susseguite nel corso degli anni con interlocutori diversi, la più grande e significativa quella voluta da Totò Riina: “Solo dopo anni – ha dichiarato Brusca – ho scoperto dai giornali che i suoi interlocutori erano i carabinieri”. Il papello con le richieste del capo mafioso alle istituzioni comparì per la prima volta dalle parole del pentito che ha aggiunto di essere venuto a sapere che tra i soggetti interessati a venire a patti con Cosa Nostra ci sarebbero stati Vito Ciancimino, ex sindaco di Palermo, ma anche Marcello Dell’Utri, senatore Pdl, e il leader leghista Umberto Bossi.
Giovanni Brusca ha parlato per oltre 7 ore davanti al Gip di Caltanissetta, Alessandra Giunta, ed ha fornito molte informazioni mai confermate dai pentiti: nel 87-88 Cosa nostra avrebbe votato per il Psi e in particolare per Claudio Martelli, su indicazione del boss mafioso Riina; in più in prossimità della strage di Capaci nel marzo 1992 Mafia e Stato avrebbero tentato un nuovo accordo, con varie minacce da parte della Mafia di colpire persone e monumenti storici, tra cui la Torre di Pisa, per spingere lo Stato a scendere a patti.
Irene Fini