Il Muro del Canto: la Roma di Pasolini in un contemporaneo folk-rock. Un tuffo nel passato tra le vie capitoline, scenari di amore e passioni senza tempo. Una tradizione di pasoliniana memoria, fatta di storie capaci di commuovere, far riflettere, emozionare. Chiudi gli occhi e ti ritrovi nella San Lorenzo bombardata durante la Seconda Guerra Mondiale, popolata da “madri strazziate e fiji senza le madri“. Li riapri e vieni rapito dalla poesia di “Luce mia“, un amore non corrisposto fatto di tanti “Se tu mi amassi“, che trovano il giusto epilogo nella rassegnazione di un: “Ma tu nun m’ami lo devo accettà, come s’accetta la morte“. Racconti vibranti come le note folk-rock che fanno da sottofondo. Benvenuti a Roma, benvenuti nel disincantato mondo de Il Muro del Canto.
L’Ammazzasette. Un disco d’esordio, L’Ammazzasette, che l’affezionato pubblico già conosce e canta a squarciagola durante i numerosi live. Un mix di tradizione popolare e contemporaneità che prende vita nelle melodie cantate da Daniele Coccia, e negli strumenti dei musicisti Ludovico Lamarra, Eric Caldironi, Giancarlo Barbati, Alessandro Marinelli e Alessandro Pieravanti. Quest’ultimo mette la sua voce a servizio delle narrazioni vissute e teatrali, coinvolgendo il pubblico in racconti di amara ironia. Il Muro del Canto riporta in vita la canzone romana, abitata da uomini comuni, sofferenti eppure mai arrendevoli. Perchè, in fondo, la città eterna è come uno stornello: autentica, genuina e capace di trovare, anche nel dramma, la forza di un sorriso.
Cristina Mania