Romano Prodi non fa più parte della nomenclatura del Pd, eppure è bastata una sua svelta dichiarazione a guastare la festa al segretario Pier Luigi Bersani, che ha ieri incassato il disco verde sulla relazione illustrata nel corso della direzione nazionale. “La spinta al suicidio di questo partito non ha limiti”, ha affondato l’ex premier riferendosi alle “infelici” nomine alle Authority in cui il Pd sembra aver assecondato le solite logiche spartitorie. Una condanna condivisa da molti esponenti del partito, che sono stati però “silenziati” dal segretario: “Su questo argomento – è sbottato Bersani – nessuno è innocente“.
L’affondo di Prodi – Si dice che l’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, abbia gradito davvero poco le nuove nomine alle Authority ufficializzate nei giorni scorsi. A indispettirlo particolarmente sarebbe stata la partecipazione del Pd alle logiche spartitorie, che avrebbero permesso all’ex capogruppo Antonello Soro (franceschiniano di ferro) di ottenere il controllo sull’Autorità istituita per garantire la Privacy. “La spinta al suicidio di questo partito non ha limiti”, ha polemizzato Prodi in un intervento all’estero ripreso dai siti d’informazione italiani, dando il la a una “girandola” di veleni e accuse destinate a infiammare il dibattito interno.
Orfini e Fassino raddoppiano – “Abbiamo fatto una figuraccia per assecondare il capriccio di una corrente (Areadem, ndr) – ha denunciato Matteo Orfini, responsabile Cultura del Pd – Credo di capire che se un bambino fa un capriccio lo si mette in castigo. Noi, invece, gli abbiamo comprato un gelato”. “Una vicenda come quella non deve ripetersi – gli ha fatto eco il sindaco di Torino, Piero Fassino, intervenendo alla direzione nazionale – Occorre partire dalle competenze e dalla professionalità, solo dopo viene l’appartenenza. Questo è necessario per chi è chiamato a governare un pezzo di paese”.
Bersani: Nessuno è innocente – Ancora più caustico il commento di Sandra Zampa, che ha preso di mira buona parte della dirigenza del partito riunita ieri in via del Nazareno: “Prodi è l’unico che non è seduto qui, se ne è andato e ha chiuso con la politica – ha sottolineato la democratica – mentre qui siede gran parte della seconda Repubblica e qualcuno anche della prima”. Attacchi frontali a cui il segretario Pier Luigi Bersani ha tentato di porre un freno: “Ho sentito molte critiche, raccomanderei che avessero un tono accettabile – ha detto – Le critiche sono tutte legittime, ma abbiamo una storia alle spalle per cui non c’è nessuno innocente“.
Maria Saporito