Forte del successo recentemente incassato in Regione (la mozione di sfiducia presentata dall’opposizione contro di lui è stata sonoramente bocciata), il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, è tornato a proclamare la propria estraneità ai fatti contestati all’amico faccendiere Pierangelo Daccò. “Contro di me è stato ordito un attacco politico e giornalistico”, ha detto il ciellino, puntando l’indice contro il Partito democratico che – a suo parere – avrebbe orchestrato un’operazione tesa a screditare l’intero centrodestra.
Governatore senza colpa – “Trovino i miei accusatori un vantaggio che ha avuto Daccò. Lo dimostrino all’opinione pubblica. Non c’è, è impossibile, non riescono a trovare questa colpa perché questa colpa non c’è, tant’è vero che la magistrature nulla ha sollevato contro di me, contro i miei assessori e contro i dirigenti”. Intervistato da Tgcom24, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha ribadito oggi la propria lontananza dalle accuse mosse al “compagno di vacanza” Pierangelo Daccò, finito in carcere (anche) per il crac dell’ospedale “San Raffaele” di Milano.
Fango da Botteghe Oscure – “E’ solo fango mediatico – ha rilanciato il governatore – E’ un attacco politico e giornalistico che potenti gruppi editoriali e finanziari hanno lanciato contro il governo di centrodestra più importante d’Italia. A novembre hanno fatto cadere Berlusconi – ha continuato nel suo ragionamento Formigoni – e poi hanno lanciato mozioni di sfiducia contro tutti i miei colleghi di centrodestra. L’ordine è partito da Botteghe Oscure – ha rincarato il ciellino – è partito dal cuore centrale del Pd e prevedeva di mettere sotto scacco tutti i governatori di centrodestra. Il primo è stato Chiodi (presidente della Regione Abruzzo, ndr) a novembre e poi – ha concluso il titolare del Pirellone – a maggio sono arrivati a me”.
Maria Saporito