Il piano europeo di Bersani: Salviamo la Grecia e le banche

Tre misure da adottare subito per evitare che la febbre greca si trasformi in un contagio mortale. Ad auspicarle è stato il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che – ospite questa sera della trasmissione Otto o mezzo – ha ribadito la necessità di andare oltre la disciplina professata dalla Germania. E sui fatti di politica interna, con specifico riferimento all’area di sua appartenenza: “Ho proposto un documento d’intenti tra partiti e associazioni alternativi alla destra”, ha detto Bersani, che ha rimarcato l’intenzione di partecipare a primarie aperte a tutti.

La giungla dei mercati – “I fatti sono evidenti da parecchio tempo, man mano che i governi si avvitano intorno all’austerità diventano preda degli speculatori finanziari che, come i predatori della savana, attaccano chi si allontana un po’”. A dipingere la suggestiva immagine è stato il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, invitato a commentare la difficile situazione dell’Italia (e dell’Europa) nei mercati finanziari. “Se l’Europa non dice bastaha avvisato il democratico – andremo nei guai. Bisogna spezzare questo meccanismo”.

La ricetta di Bersani – E per uscire dalla pericolosa spirale, è necessario – a parere di Bersani – puntare tutto sulla tempestività, con l’adozione di tre misure da centrare entro il mese: “Innanzitutto la Grecia non deve uscire dall’euro – ha spiegato il leader del Pd – poi occorre trovare uno strumento per andare in soccorso delle banche senza gravare sul debito”. Non basta: “Esiste una proposta più che ragionevole – ha continuato Bersani nella sua analisi – presentata per la prima volta da Visco: sopra il 60% del debito, mettiamo in comune  le garanzie“. 

No ai monopolisti della morale – Fin qui le questioni europee, ma volgendo lo sguardo in Italia e zoomando sull’area di centrosinistra: “Ho proposto un documento d’intenti tra partiti e associazioni alternativi al populismo di destra, con un grande appuntamento di partecipazione che stabilisca chi è il candidato premier”, ha ricordato il democratico. “Un centrosinistra di governo – ha precisato il segretario del Pd – è per me una coalizione in cui ognuno accetta di cedere un pezzettino della sua sovranità“. E sui rapporti burrascosi con Antonio Di Pietro: “Io non mi sono mai permesso di dire una sola parola su Di Pietro o l’Idv – ha detto Bersani – Non posso vedere il mio partito insultato ogni giorno, i monopolisti della morale non mi piacciono”.

Recessione da fronteggiare – Quanto alla famigerata fase 2 del governo, incentrata sul rilancio della crescita nazionale: “La parola crescita lasciamola per un momento da parte – ha commentato disilluso Bersani – Siamo in una fase di recessione dura quindi cerchiamo prima di fronteggiarla”. “Attenzione a non creare aspettative che poi non vengono soddisfatte – ha mandato a dire il democratico ai Professori – perché non tira proprio aria per questa cosa”. E sullo stop&go apparentemente imposto al decreto del ministro Corrado Passere dalla Ragioneria del Tesoro: “Mi aspetto che venerdì venga annunciato qualcosa”, ha detto Bersani.

Maria Saporito