Italia-Croazia 1-1, l’editoriale di Marica Longini

Azzurri omosessuali, bisessuali, metrosexual, eterosessuali… che ci importa dei gusti sessuali dei giocatori della nostra Nazionale… fin troppe parole sono state spese in questi giorni… sono le 17,55: è ora, tutti davanti alla tv a tifare Italia, a tifare gli Italiani, occorre ipotecare la qualificazione ai quarti di finale!

L’inno di Mameli emoziona ancora una volta… tutti partecipano… ecco il fischio d’inizio dell’arbitro Web che dà il via a questa gara. Ma nonostante l’ottimo incipit per l’Italia ahimè il match termina solo con un pareggio e impone all’Italia di lottare e vincere contro l’Irlanda del Trap nonché di guardare con attenzione al risultato di Croazia-Spagna.

“Oggi si deve vincere, oggi si vincerà”: questa espressione ha aleggiato nell’aria in questi giorni che hanno preceduto il match con la squadra di Slaven Bilic e seguito l’ottima prova degli italiani a Danzica. Ma agli occhi dei più esperti questa partita appariva tutt’altro che agevole; “la squadra è tecnica e tosta” aveva detto Prandelli, illo tempore, ben prima che iniziasse questo Europeo. E, difatti, nonostante il risaputo elevato valore tecnico della Spagna, la Croazia era temibile sulla carta con il gigante Mandzukic che poi si è rivelato fatale per l’Italia, visto che ha siglato al 72′ il gol del pareggio, con Jelavic, l’attaccante dell’Everton già a segno con l’Irlanda, con gli esterni Rakitic, senza dubbio uno dei migliori in campo per i croati, e Perisic, già distintisi nella partita contro l’Irlanda. E da non dimenticare Srna, il capitano della nazionale croata, nonché difensore dello Shakhtar Donetsk.

Pertanto si imponeva, già prima dell’inizio del match, uno sforzo enorme del difensore atipico De Rossi su Mandzukic e su Jelavic, con l’apporto fondamentale aereo di Chiellini e un maggiore controllo delle fasce croate presidiate da Srna e Rakitic da parte dello juventino Giaccherini che con il suo metro e sessantasette di altezza già aveva avvertito qualche difficoltà con la Spagna.

Prandelli aveva un solo dubbio in attacco poi sciolto dando fiducia ancora a Balotelli, in primis per una questione fisica, visto che SuperMario (purtroppo non super neppure stasera), a differenza dell’esperto ma non alto Di Natale, ha la stazza giusta per contrastare i possenti croati ed evitare di regalare centimetri in ogni parte del campo.

Di fatto l’Italia riesce a disputare un buon primo tempo, animato dal bellissimo gol su punizione di Pirlo al 39′, creando parecchio ma ahimè nello stesso tempo sprecando molto. E la Croazia, effettivamente ed obiettivamente meritevole di un pareggio, lo conquista con il gol di Mandzukic al 72′, complice anche un errore non irrilevante di Chiellini.

Ma andiamo con ordine: Prandelli schiera il 3-5-2 visto contro la Spagna, che stavolta, però, non gli dà l’effetto sperato perché la Croazia è una squadra che, a differenza delle furie rosse, attacca in verticale ed ha una forza atletica che le permette di sostenere la partita ad un ritmo elevato. Da qui la decisione del ct della nazionale Italiana di schierare nuovamente titolare Balotelli piuttosto che l’esperto Totò (Di Natale), già vittorioso con la Spagna, al fine di evitare di far giocare due “piccole” punte che difficilmente contrasterebbero in modo adeguato i giganti croati. Ciò anche per questioni anagrafiche visto che Super Totò non reggerebbe forse i tutti i 90′ con la stessa intensità.

ll primo tempo è caratterizzato dal dominio degli Azzurri, con tentativi isolati di contrasto solo di Strinic che salta spesso Maggio e crossa molti palloni e del centrocampista-trequartista Modric, il “Johann Cruyff” croato che però stasera nel primo tempo non si distingue per una prestazione particolarmente brillante. E così il solito Pirlo, su punizione, calcia un pallone favoloso che si trasforma nel vantaggio per gli Azzurri e drecreta il gol numero dieci con la maglia della nazionale per l’ex rossonero.

Da segnalare alcune occasioni per Balotelli che tenta di riscattarsi dopo l’incredibile errore contro la Spagna: sfiora il palo alla destra dell’estremo difensore croato, Pletikosa, che respinge, tuttavia, prontamente il tiro; poi un tiro dell’attaccante del City in mezzo al campo rimpallato dalla difesa bianco-rossa agevola Marchisio che sfiora l’incrocio dei pali dai 25 metri. Proprio il centrocampista juventino è autore di un dribbling meritevole di nota ben respinto, tuttavia, dal portiere croato. E poi il capolavoro di Pirlo al 39′, un vero capolavoro con un pallone che supera la barriera e s’infila nell’angolino.

Nel secondo tempo l’Italia, poco o per niente memore delle raccomandazioni del cauto Prandelli che negli spogliatoi ribadisce di non mollare e di non rilassarsi, proprio come aveva già fatto in panchina dopo lo stupendo gol siglato da Pirlo nel primo tempo, soffre moltissimo e lascia giocare la formazione di Bilic, che la annienta totalmente  pareggiando con Mandzukic, autore di ben tre gol finora in questo torneo, costruendo non poco, con un Modric senz’altro più riconoscibile, risvegliatosi dal letargo del primo tempo e più simile a quel Modric che sta riscuotendo l’interessamento di molti club europei.

Intanto entra Di Natale per Balotelli e negli ultimi minuti della partita Prandelli getta nella mischia Giovinco che sostituisce un esausto Cassano, simbolo di una nazionale vogliosa e desiderosa di far punti ma stanca e sprecona.

E così Poznan non porta bene come Danzica all’Italia e la Croazia si conferma la bestia nera delle nostra Nazionale e ancora una volta esce imbattuta dal confronto. E ora l’Italia, in virtù della vittoria della Spagna sull’Irlanda, gran complice El Niño che finalmente sigla una doppietta, dovrà necessariamente vincere con l’Irlanda lunedì per arrivare ai quarti di finale e sperare in un risultato alla stessa favorevole nel match Croazia-Spagna.

Peccato… davvero peccato… “stringiamoci forte siam pronti alla morte”: speriamo che l’Italia metta concretamente in atto questo grido di speranza e lotti contro la formazione del Trap già eliminata da questi Europei, la prima eliminata, vincendo e qualificandosi, fermo restando che sarà molto determinate anche il risultato del match tra Spagna e Croazia. Peccato… anche Supermario, pur dando qualcosa in più rispetto al match con la Spagna, non è riuscito a concretizzare.

Occorre convinzione, determinazione, voglia di esserci in questo Europeo, voglia di rimanerci il più a lungo possibile, voglia di vincere, come ha dichiarato lo stesso Prandelli a fine partita. Non ci rimane che un grido di speranza: Forza Italia! Non mollare! Vinci per noi!

A lunedì…

Marica Longini