L’atteso decreto Sviluppo illustrato ieri dal ministro Corrado Passera è stato accolto con cauto entusiasmo dai partiti. Alla montagna di promesse contenute nel testo i politici hanno, infatti, deciso di rispondere con un prudente “attendiamo”, rimandando i giudizi definitivi alla lettura dell’articolato.
I dubbi di Bersani – La conferenza convocata a Palazzo Chigi per presentare il piano Sviluppo messo a punto da Corrado Passera si era da poco conclusa quando al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, è stato chiesto di fornire un primo sintetico commento. “Dalle notizie che abbiamo vi sono buone misure – ha abbozzato il democratico – però bisogna vedere la sostanza. Mi sembra che ci siano cose buone, ma ci sono anche cose che si capiscono poco. Per esempio, la norma da noi pensata per le ristrutturazioni edilizie va benissimo, ma se il termine fissato è giugno dell’anno prossimo – ha notato Bersani – non si farà neanche in tempo ad iniziare le ristrutturazioni”. E in serata, a tradire qualche perplessità è stato anche il responsabile Economia del Pd, Stefano Fassina, soprattutto sul tema che riguarda la dismissione dei beni di Stato.
Romani: Siamo in ritardo – Nel Pdl a “sbottonarsi” è stato, invece, l’ex ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani: “E’ stato un parto con una gestazione di 8 mesi, ma in questo caso il frutto non è prematuro, quanto piuttosto decisamente in ritardo per lo stato di emergenza in cui ci dicono versi la nostra economia – ha commentato il pidiellino – Per la crescita sono necessari interventi decisi e puntuali, sulla scia di quanto fatto dal governo Berlusconi. Non si può bloccare il paese con il rigore e proporre un provvedimento a puntate – ha continuato il predecessore di Passera – Ogni norma vede i suoi effetti dopo mesi dalla sua applicazione, si deve dunque agire con la massima urgenza. Una valutazione più approfondita potrà essere data quando il testo sarà pubblico, è comunque da accogliere positivamente e sarà un’ottima base per un buon lavoro del Parlamento”.
Il sì convinto di Casini – Chi ha, invece, salutato con grande entusiasmo il testo presentato ieri dal ministro Passera è stato il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini. “Bene! – ha cinguettato su twitter – Di solo rigore si muore. Questa è la strada giusta. Adesso avanti con la vertenza Europa!”. Toni distanti da quelli utilizzati da Antonio Di Pietro nella sua nota a commento del provvedimento: “Sul decreto Sviluppo al momento abbiamo solo annunci e dichiarazioni stampa. Aspettiamo quindi di leggere il testo perché vogliamo vedere esattamente cosa contiene e quali sono i destinatari”, ha esordito l’ex togato.
Di Pietro: Ancora annunci – “Valuteremo il merito perché, ancora una volta – ha osservato il numero uno dell’Idv – si è fatto solo un gran strombazzare di tromba“. “Insomma, chiacchiere tante e fatti pochi – ha rincarato Di Pietro – Non è neanche chiaro se le risorse di cui parla Passera siano fresche o se si tratti piuttosto di una partita di giro, con fondi semplicemente spostati da un settore ad un altro. Oggi doveva essere il giorno dei fatti concreti, mentre rimane la politica degli annunci. Valuteremo il decreto senza pregiudizi, ma allo stesso tempo – ha precisato l’ex pm – senza fare sconti”.
Vendola disilluso – E nel pomeriggio è arrivato anche il commento “extraparlamentare” di Nichi Vendola: “E’ difficile dare un giudizio su un testo che non conosciamo ancora – ha detto – Bisogna non accontentarsi degli annunci e dei commenti. Bisogna leggere l’articolato e capire effettivamente di che cosa si tratta. La delusione che abbiamo cumulato fino ad oggi dal novembre scorso è tale – ha ricordato il leader di Sel – che è proprio flebile la speranza che si possa trattare di un provvedimento di svolta”. “Lo leggeremo senza pregiudizi – ha comunque promesso il governatore della Puglia – e lo giudicheremo per la sua capacità di corrispondere alle necessità reali del paese”.
Maria Saporito