E’ andato in scena ieri a Verona l’annunciato “No Imu day“, la protesta animata dalla Lega per dire no alla tassa imposta dal governo Monti. Sul palco tutti i dirigenti del Carroccio: da Roberto Maroni al sindaco Flavio Tosi, passando per i governatori Luca Zaia e Roberto Cota. E a sorpresa è arrivato anche il presidente Umberto Bossi che si è lasciato andare a un intervento dai contenuti “nostalgici”.
Governo da licenziare – “Sono da licenziare, a cominciare dalla Fornero. Noi vogliamo licenziare il governo. Non abbiamo paura delle elezioni anticipate perché il popolo con la sua sovranità ha sempre ragione”. Sul palco allestito in Piazza dei Signori a Verona, il triumviro padano, Roberto Maroni, ha ieri rinnovato gli “anatemi” nei confronti del governo dei Professori. “Questo è un governo abusivo – ha rincarato il leghista – che combina disastri e sta saccheggiando il Nord, mettendo sul lastrico 300 mila famiglie per occuparsi solo e ancora del completamento della Salerno-Reggio Calabria“.
L’appello ad Alfano – Un attacco frontale, al quale l’ex ministro dell’Interno ha affiancato l’appello agli altri partiti del Nord “perché, insieme a noi – ha detto – combattano questo governo delle balle e del disastro sociale“. “Alfano dice che è contrario – ha aggiunto Maroni – Bene, voti contro il decreto sviluppo, che sono 80 miliardi di palle, tolga la spina al governo e poi ricominciamo a parlare”.
Protesta continua – E sul tema centrale del raduno: “Oggi è un giorno simbolico – ha spiegato il leader della Lega in pectore – perché domani si paga l’Imu. E’ la protesta dei sindaci e dei cittadini contro una tassa ingiusta, ma la protesta non finisce qui: continuerà e diverrà forte in autunno, quando i nostri sindaci violeranno il Patto di stabilità“. “Oggi comincia un’azione concreta di guerra istituzionale contro il governo – ha continuato Maroni – per denunciarne le malefatte in quanto spreme i cittadini del Nord. Importante per noi è che i nostri sindaci comincino a far sentire la loro voce, avendo come obiettivo – ha concluso il leghista – la cancellazione o la revisione del Patto di Stabilità che strozza i Comuni e danneggia i cittadini”.
La prudenza di Tosi – Una vera e propria “chiamata alle armi”, che il padrone di casa, il sindaco Flavio Tosi, ha sentito il bisogno di “contenere”, evidenziando la problematicità “metodologica” della protesta ingaggiata. “Non pagare l’Imu significa scaricare il problema sul cittadino – ha spiegato – perché il rapporto è Stato-cittadino. Se potessi prendermela io la responsabilità lo farei, ma poi lo Stato va a prendersela con chi non la paga. Il dramma è che sono tanti già adesso che non riescono a pagare la prima rata – ha notato il sindaco di Verona – vedremo cosa succede alla fine dell’anno, sarà drammatico. L’invito all’obiezione fiscale lo fai se dai anche gli strumenti di difesa: mandare allo sbaraglio la gente – ha concluso il maroniano – è scorretto“.
L’errore del Cavaliere – E non ha rinunciato a intervenire dal palco anche Umberto Bossi: “Quando siamo andati via noi – ha detto il Senatur riferendosi allo scorso governo – molte cose erano a posto e se fossimo rimasti noi sicuramente non avremmo fatto la riforma delle pensioni e non avremmo toccato la casa. È stato un errore di Berlusconi non aver detto no al governo dei Professori – ha aggiunto Bossi – Doveva dire no al governo Monti perché la Costituzione non dice che il presidente della Repubblica può cambiare un governo democraticamente eletto”.
Maria Saporito