Antefatto: nella logica spartitoria che attribuisce ai partiti il compito di nominare i consiglieri d’amministrazione della Rai, il Pd ha deciso quest’anno di “rompere il meccanismo” affidando a 4 associazioni della società civile l’incarico di individuare due “nomi eccellenti” lontani dalle ingerenze politiche. La scelta è caduta ieri sull’ex pm, Gherrado Colombo, e sulla giornalista e scrittrice, Benedetta Tobagi. La meritoria iniziativa del Pd non ha però convinto il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, che ha anzi raddoppiato il giudizio (negativo) sui democratici.
Di Pietro boccia il Pd sulla Rai– “Denunciamo la lottizzazione e la spartizione che ancora una volta si sta facendo all’interno del Cda della Rai, con l’aggravante questa volta di una copertura della società civile che, in realtà, viene usata soltanto come paravento“. Con queste parole, il numero uno dell’Idv, Antonio Di Pietro, ha bocciato oggi le nomine dei due consiglieri Rai (in quota Pd) suggerite dalle associazioni Libera e Libertà e Giustizia.
Il problema riguarda il metodo – “Sono arrivati a questo momento circa 300 curricula – ha continuato nel suo ragionamento l’ex togato – Che sono arrivati a fare se poi, a prescindere da essi e in modo non chiaro, vengono selezionati alcuni nominativi al posto di altri?”. “Il Pd ha fatto delle scelte che noi riteniamo, sul piano personale, di altissima qualità – ha puntualizzato Di Pietro – ma sul piano metodologico crediamo ci sia stato un doppio errore. Prima di tutto perché hanno legittimato la possibilità per il Pdl di scegliersi i suoi quattro ‘lanzichenecchi’ – ha spiegato il leader dell’Idv – e poi perché, dopo aver illuso i cittadini che questa volta la politica faceva un passo indietro, non hanno tenuto conto delle 300 persone che si sono candidate”.
Maria Saporito